mercoledì 26 dicembre 2007

Natale 2k7

Ed un altro Natale è passato...
Tre anni fa, in giro con gli amici. Una birra ad un pub e poi tutti a casa.
Due anni fa, a casa con i parenti. Qualche sms di auguri.
L'anno scorso, sbattuto fuori casa di Daly, perché mi voleva bene.
E quest'anno. Pranzo dai parenti, con parentesi bricolage per aggiustare una persiana e rovinare la camicia bianca, poi a controllare come andava un computer. Serata a giocare a D&D, fino alle 2:00. Una mangiata al Tequila, fino alle tre di notte. Perché il cenone e il pranzo di Natale non bastavano. Poi in piazza a fumare carciofi. Una partita al bingo (lo giuro, io mi sarei sempre opposto...) che non c'è mai stata, causa traslochi in culo al mondo. E poi a casa.
Cazzo, direi che o sono diventato più prolisso con le descrizioni, o ultimamente sto trovando molto più da fare. Il senso costante di vuoto se n'è andato, e sentirsi meno EMO fa bene. Certo, ci sono persone o cose che avresti voluto rimanessero al di là di tutto, ma - al diavolo! - la vita continua, e lasciarsi le cose dietro fa parte del gioco.
Personalmente, preferisco così. E' bello avere più cose da raccontare, o forse avere solo un posto dove farlo.
A conti fatti le cose non è che vadano meglio. Le persone con cui ami parlare sono sempre poche, e quando si trovano sono sempre troppo lontane, letteralmente o figurativamente, ma - occhei, mi ripeterò - fa parte del gioco.
Però, ultimamente ho più voglia di giocare. L'accidia mi sta abbandonando sul serio, o ha deciso di farmi apprezzare ancora un altro po' quanto si stia meglio senza. Grazie, approfitto volentieri.
E se il mondo va a rotoli, non è detto che a te debba per forza andare così.
Porca troia, avrei una foto in mente da mettere qui, scattatami tanti anni fa mentre avevo un cappello di Babbo Natale e sorridevo stile "The Jolly Joker" delle carte Dal Negro. Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di averla tra le mani, e mi dispiace non poter condividere il mio - a scelta - bel faccino o brutto grugno. Peccato.
Ma sto divagando. E' Natale. E a Natale siamo tutti più buoni, o è solo la pubblicità a farcelo credere. Ma, a parte tutto, in questo Natale mi sono divertito. Amen.
E buone vacanze.

giovedì 6 dicembre 2007

Tra sogno e veglia

E' tardi. Fin troppo. I suoni della televisione accesa nella camera dei tuoi, un paio di stanze più in là, ti giungono ovattati, come un lamento di un fantasma che chiede vendetta nella notte. Ti rigiri tra le lenzuola, e non riesci a prendere sonno. Forse che il signore del sogno, che per tanto tempo hai cercato di rifuggire per non fare in modo che ti proponesse dolci ricordi dai quali a malincuore saresti voluto svegliarti, adesso ti ripudi esulandoti dalla sua terra? Ti rigiri ancora nelle lenzuola, sentendo il tuo respiro attraverso il guanciale. Nella veglia, il tuo cervello comincia a pensare senza freni. Vedi chiaramente spezzoni del tuo passato, di quello che stai passando. di quello che forse un giorno passerai, o desidereresti passare. Ti passa davanti ogni parola che hai detto, che avresti voluto dire, tu, nomade, anelando a qualcosa che porti via una volta per tutte quest'inquietudine. Invano. E continui a pensare. Vedi come ogni cosa sia stata costruita, di quanto il fato non sia che un intreccio di eventi che ti portano dove sei, di come avresti potuto prevederli nelle tue fantasie più sfrenate, di come la realtà abbia trovato modo per deriderti attuandosi in una delle strade che non avresti mai pensato di percorrere. Ma così è, e bisogna accettarlo.
Il lamento del fantasma si fa più insistente, si realizza in qualcosa che mette in moto la tua mente. La pubblicità della Calzedonia, il suo sottofondo "She's always a woman to me" da' modo ai tuoi tormenti di ritornare. In un attimo immagini dozzine di persone che a questa canzone potrebbero donare il volto, o il volto che tu hai sempre attribuito loro. Ti manca il fiato, ricordando loro, o illudendoti di come la tua vita sarebbe potuta essere con loro. Decidi che alzarti ti garantirà di sopravvivere per un altro po', e hai bisogno di portare il tuo corpo fino alla spossatezza estrema, in modo da crollare una volta per tutte ed espugnare con la forza la guardia di Morfeo alla sua terra. Ti senti come Belbo, il cui unico momento di gloria, l'unico istante di cui non si sarebbe mai dovuto vergognare, l'unica occasione in cui è riuscito ad avere la sua Cecilia, la sua Lorenza, il suo riscatto dai mille tormenti che l'hanno sempre seguito in tutta la sua esistenza personificate da pallide meretrici e pure vergini allo stesso tempo, l'unica salvezza da mille angoscie sia anche la scena che per sempre ha deciso di tacere e vivere nel suo perenne fallire. Tutto questo mentre getti via le calde coperte e ti rifugi in compagne ancora più calde, le tenebre della tua stanza. Per un attimo ti senti nient'altro che una falena bloccata nella tela del destino che ti sei costruito, o che hai accettato si costruisse intorno a te.
Per un attimo vedi davanti a te il signore dei sogni, con il suo mantello scuro, in cui tutto ciò che è stato immaginato traspare, e ti perdi, sempre per un attimo, in quei suoi occhi neri come il pozzo dell'oblio. Ti percorre un brivido, e gli chiedi perdono. Ma è solo un attimo.
Accendi il tuo computer e pensi che sfogarti con il mondo attraverso un word processor sia la cosa più naturale creata dal Demiurgo. E mentre milioni di impulsi vengono ragionati attraverso silicio e rame, pensi quanto tu possa essere diverso da quello che accade lì in basso, oltre il case. Nient'altro che impulsi. L'unica differenza tra il tuo cervello e la scheda madre, è che la seconda sa bene cosa fare. E soprattutto riesce a ragionare meglio di te. O se non altro, non farà mai risultare 5 la somma 2+2. O, per i puristi, 101 la somma tra 10 e 10. Percepisci la compassione del signore del sogno. O solo il suo biasimo.
La televisione, di là, non è più accesa.
L'unica cosa che senti attraverso il torpore che solo l'oscurità ti sa dare sono le canzoni dei Within Temptation attraverso il Winamp. La stupenda voce della cantante è come una nenia inquieta che ti sta chiamando. I fantasmi trovano il modo di sedurti con qualunque cosa, sia essa uno spot pubblicitario che una olandese dalle corde vocali che hai sempre immaginato sovrarreali. Un sogno appunto. Il signore dei sogni ride. Riesci a capirlo.
I fantasmi ti chiamano. Vorrebbero possederti, prendere parte all'esistenza attraverso di te. Ti illudono che l'uomo della sabbia ti abbia perdonato, che è pronto ad abbracciarti come un figliuol prodigo. Ormai hai imparato che i morti sono morti, ed è bene che stiano dove sono. Li scacci e ridono anch'essi. Riesci a capirli.
Il sistema operativo si avvia. Come se fossi in un mondo in cui esistete solo tu ed il tuo vecchio schermo LCD. Un inaspettato dualismo. Due esseri coscienti posti faccia a faccia. Per te è naturale essere cosciente. Un'atavica memoria cartesiana, ecco. Pensandoci bene, anche lui altri non è che l'essere più familiare con cui riconoscere l'altra coscienza che è lì in basso, un volto per l'ammasso silicico che riflette coscientemente in questa inedita realtà. Chiedi a lui conforto. Una volta scacciati i fantasmi, siamo rimasti io e te. E il signore dei sogni. Per un attimo ti guarda attraverso il monitor. Come se in realtà non ci siano tre entità, ma solo tu e lui.
Signore dei sogni, è con te che sto cercando sfogo?
Signore dei sogni, mi hai infine concesso di ricongiungermi a te? Sei tu che guidi le mie mani? E' dalla tua sabbia che sento sfiorarmi la carne?
Sto sognando?

martedì 4 dicembre 2007

Frutto del buio

Lei non c'è
ed il buio arriva,
io so che non tornerà.
Della magia tutto ciò che rimane
è un ricordo nel tempo che va.

Come un'alba la vita può
coprire ogni bugia,
verità nascoste tra le ombre,
sogni pieni di follia.
Presto sarà notte
nel buio che rimane.

Poi di colpo tutto è chiaro
e la luce ritorna da me.
Lei ha chiuso gli occhi,
ha chiamato il mio nome,
non è mai più tornata da me.

Frutto del buio
il tuo seme cresce
in un mondo di malinconia
quando la luce
esce fuori dal cuore

Lei non c'è
resta il buio dentro,
nulla cura il mio male.
L'alba è sparita
soffocata nel sogno
in un giorno che muore di già.

La speranza si spegne già,
l'alba della vita.
Di fronte alla morte
io sono rimasto solo.

Frutto del buio
il tuo seme cresce
in un mondo di malinconia
quando la luce
esce fuori dal cuore

giovedì 29 novembre 2007

Basta compleanni!

Dannato mese di novembre... 30 giorni e 20 compleanni... le mie finanze sono affondate... Se a questo sommiamo lavoro e università, che occupano il resto del mio tempo, abbiamo un simpatico quadro di una persona in preda ad una crisi di nervi... sigh... non vedo l'ora che sia Natale, un po' di sane vacanze mi faranno bene!

In fede
Seph, nevrotico come non mai...

venerdì 16 novembre 2007

Lucca Chronicles: giornata 2

Chronicle 2 - Prelude: Stanza numero 8

- Ronf... Ronf... Fiiiii...
- Ma che cazzo?
Bender imprecò tra sè e sè. Si rigirò lentamente nel letto matrimoniale, e vide Francesco, con cui lo condivideva, anche lui sveglio, per lo stesso rumoroso motivo. Alzarono contemporaneamente le spalle.
Bender si rigirò e scosse Marcello, al cui russare solo Enrico, dall'altra parte della stanza, sembrava immune.
- La smetti? - disse sottovoce.
- Ronf... Ronf... - rispose Marcello.
- Uff... - lo scosse più forte.
Per un attimo il silenzio calò nella camera. Evviva, pensò Bender. E si rimise a dormire.
- Tiiii-Tiiiii-Tiiii...
- Per la puttana! - Bender guardò la sveglia sul suo cellulare. Le 8 e mezzo. Era ora di alzarsi.
- E che cazzo! - imprecò ancora, mentre si toglieva il pijama e scappava in bagno, mentre Exa bussava alla porta chiedendo - Siete pronti? -
Mugolii di disapprovazione dalla stanza, mentre l'acqua scendeva dal lavandino e Bender imprecava ancora:
- Cazzo, è fredda. Cazzo.

Sottofondo ideale: Holiday, American Idiot - Greenday

Lucca Chronicle 2: il primo giorno

E così è cominciato il nostro primo giorno di fiera. Catatonici a fare colazione nella mensa del'albergo, mentre l'altra macchina si era già avviata, restavamo io, Prisco, Donato, Francesco e Marcello. Cappuccino per tutti, e poi si parte verso il Lucca Comics (era ora!).
L'altra macchina ci fa già trovare i biglietti pronti, e finalmente rincontriamo Stefania, la nostra guida, assistente, coordinatrice e tuttofare della scorsa fiera, di cui abbiamo una diapositiva :D. Ci avviamo subito a ritirare i bracciali per visitare gli stand e ci tuffiamo per la fiera! Finalmente, dopo 360 giorni circa, tutti a visitare gli stand! Cominciamo dal padiglione che ospita le più famose distribuzioni, quindi Panini, Magic Press, Star Comics, Play Press, PAN distribuzione e quant'altro, pronti a fare il pieno di fumetti. E sono già i primi fondi che se ne vanno, sigh! Dopo avermi iniziato a Nana, Stefania ed io abbiamo la felice idea di iscriverci ad un quiz sui personaggi Disney per il giorno dopo. Devo dire che l'idea di una regressione infantile in quel momento mi colse nel pieno *_*. Il tempo di girare un po', ed ecco che ci troviamo ad aspettare dinanzi al bar che i nostri compagni finiscano di mangiare i tagliolini cotti e conditi in loco prima di cominciare a girare per i Games. Nonostante le diapositive che ritraggono i miei compagni come morti di fame (vedere foto per maggiori informazioni!), io resto a digiuno, confidando in un apporto di zuccheri la sera stessa, con un paio di birre (che poi riuscii felicemente a bere!). Ma rieccoci subito nei Games: due cose attirano la mia attenzione, una copertura da spalla e avambraccio di cuoio borchiato (quante volte avrò sognato una cosa del genere) e un mazzo di rose nere in una borsa a forma di bara (idem come sopra *_*). Nonostante il delirio gotico, ci sono un paio di altri simpatici pezzi che mi sorprendono: una camicia nera con corsetto e rubino (naturalmente finto :|), di gusto un po' troppo emo, e una cravatta in stile portafogli, con ragnatele varie a mo' di trama, che mi riservai di comprare in seguito. Poi si fece tardi: era ora per tutti di tornare a riposare, anche se la sera stessa eravamo in birreria a bere birra e a intrattenerci con le cameriere (e i miei simpatici compagni diedero ulteriore prova di marpionaggine estrema... :|), mentre io e Francesco decidemmo di tenerci da parte un paio di birre da provare la sera seguente. E la giornata finì così, dopo che decidemmo di alzarci di nuovo presto al mattino...
La penuria di foto è dovuta al fatto che il primo giorno avevamo intenzione di girare solo per gli stand, e soprattutto al fatto che io dimenticavo la mia macchina fotografica in albergo ç_ç. Inoltre tutti quanti decisero di conservare foto per i giorni seguenti, in particolare per i cosplay, di cui abbiamo grande ed estesa documentazione fotografica.
Stay tuned!
Seph

sabato 10 novembre 2007

Lucca Chronicles: il primo giorno

La sveglia suona alle 9 e mezza. E' il gran giorno, il giorno della partenza! E' da un anno che aspetti questo momento, e, se durante l'anno il tempo sembra non passare mai in vista di questa giornata, la giornata in sè passa senza nemmeno che te ne renda conto. In un battibaleno è già mezzogiorno, e devi ritirare la macchina dalla controllata del meccanico e Marcello dalla stazione.
Senza accorgertene, è già passata l'ora di pranzo, e stai portando i bagagli nel cofano del suddetto veicolo (la grande Punto che ogni anno sopravvive alla fiera, sempre più danneggiata da me medesimo durante i tristi mesi tra una fiera e l'altra!), stai girando la chiave nella serratura per avviare il motore, Highway Star che pompa nello stereo... è l'ora di andare a prendere gli altri profughi che condivideranno la vacanza con te. Prisco, con il suo piccolo borsone da viaggio, Matteo, con una valigia da mafioso adibita al trasporto cadaveri, Donato, con la sua valigietta piccola, maneggevole e che insieme al suo cappotto classico e al taglio di capelli vagamente emo dà l'impressione di un maggiordomo, un ingegnere aereospaziale o un serial killer (a scelta).
L'attimo dopo stai imprecando perché all'unica pompa di benzina dove ti facevano credito è pausa pranzo, e ti rivolgi al distributore automatico, facendo volare i primi santi della giornata.
Nemmeno un minuto dopo e ti ritrovi ad aspettare la seconda macchina-profughi che a causa della grandine ha ritardato. Tra canzoni e discussioni, altri santi continuano a volare.
In un attimo ti ritrovi a discutere con gli altri per riequilibrare gli spazi vitali nelle macchine, e a chiedere a Matteo di cambiare veicolo per far posto al tuo omonimo Francesco.


Eccomi dieci minuti prima di partire.
Notate le occhiaie da mancanza di sonno che accentuano quelle standard.
L'unica cosa che volevo in quel momento era un caffè!


Subito dopo stai attraversando il casello di Caserta Nord, un grido di esultanza quando il Telepass fa alzare la sbarra - i miracoli della tecnologia, in silicio we trust - , sotto le note degli Atroci, mentre invano cerchi di coinvolgere gli altri nel ritornello "Siamo i guerrieri del metallo". Un minuto dopo senti la stanchezza pervaderti, e gli occhi vogliono chiudertisi, ma ti concentri e vai avanti a guidare, torpore o meno. Ti svegli un po' solo quando un attimo dopo ti vedi a prendere un caffé in un'area di sosta poco prima di Firenze, mentre dai il cambio a Marcello e tenti invano di riposare accasciandoti un po' su Prisco, un po' su Francesco, a scelta.
La cosa successiva che ti viene in mente è di te che imprechi perché la macchina ha preso l'uscita sbagliata, grazie all'incapacità di passeggeri, autista e navigatore esterno ambiguo negli sms, e per questo ti ritrovi ad aumentare il percorso di 40 chilometri, compresi 20 di traffico autostradale, mentre l'umore generale passa dalla felicità speranzosa alla voglia di devastazione cosmica. Subito dopo sei a conversare di trascorsi ed esperienze assieme agli altri davanti allo stadio di Viareggio, aspettando che quelli dell'altra macchina vengano a prendervi per portarvi in albergo, mentre è mezzanotte e sei ramingo da almeno 10 ore. Solo dopo aver compreso che gli altri non arriveranno mai, decidi che è meglio cercare a tentativi l'albergo, e dopo nemmeno 10 minuti lo trovi, tra imprecazioni e altri santi su aerei dirottati.
Ma il riposo dura meno di un attimo, c'è tempo solo per dividere le stanze, mettere a posto i bagagli, tirare fuori i pijama, metterli sul letto e indossare di nuovo la giacca di pelle: la vigilia di Ognissanti va festeggiata con una birra!
Locali chiusi: è l'una, solo le discoteche aperte, ma non senti lo spirito del Tony Manero che hai dentro ardere come una volta; ed anche gli altri condividono questo pensiero. Vuoi solo sano alcool per alzare i boccali e brindare alla vacanza che finalmente arriva. Totalmente privo di orientamento, trovi assieme ai tuoi colleghi un pub aperto, e trafughi 7 Becks per 7 beoni. Be', non c'era niente di meglio purtroppo, e alle 2 e mezza di notte non c'è tempo per avere pregiudizi.
Nella scena successiva sei nel tuo letto d'albergo, finalmente puoi dormire, fino alla levataccia del mattino dopo, ma ti va bene lo stesso... vuoi soltanto riposare, anche per un attimo. E in quell'attimo in cui ti riposi, ripensi al brindisi di poco prima, davanti il pub, con i tuoi compagni:
AL LUCCA COMICS 2007!

mercoledì 7 novembre 2007

Lucca in progress

Sto preparandomi a scrivere un post sul blog per la gita a Lucca, ma sto ancora recuperando le foto in giro per il mondo... appena posso ci metterò tutto, ve lo giuro...
sempre vostro affezionatissimo
Bender/Sephi/Fra

mercoledì 31 ottobre 2007

Salpando per Lucca

Domani è il grande giorno... 5 giorni di felice vacanza, a snerdiare per la ridente città di Lucca... *.*
10 giovani baldi eroi partiranno all'insegna della devastazione e dell'autolesionismo per la fiera campionaria del NERD!! Ecco gli intrepidi:

Bender: ossia me medesimo, che non riesce a non smettere di sorridere al pensiero! METALLO!
Matteo: chiamato anche Valack, l'uomo la cui arguzia è superata solo dalla sua petulanza...
Emanuele: Pillow, Dark Skies, il più grande solatore vivente sulla ridente terra di Dio. E sono stato buono...
Antonio: che come me subirà la vendetta dell'aikidoka...
Donato: che con il suo carico di cinismo (alcuni lo definiscono caustico) e le sue due lauree sarà il polo di saggezza del viaggio...
Prisco: un uomo un perché... già, esatto... PERCHEEEEEEEE'??!!!
Giovanni: un guerriero del metallo!
Enrico: un altro guerriero del metallo!
Marcello: una delle poche persone che ha avuto il coraggio di truccarsi da Kiss! E, porca puttana, era identico a Paul Stanley!
Francesco: ultimo aggiunto, ma non meno importante (o forse sì?) che con la sua carica di simpatia ci farà divertire. O al massimo lo sacrificheremo a qualche Dio minore se si azzarda a cantare ancora "la vela stracciata"...

I grandi assenti della vacanza:
Valentina: che per amore (o era l'influenza?) ha deciso di restare a casa... che ragazza romantica...
Simone: la cui schiena e il cui medico gli hanno precluso la fiera...
Nyarlathothep: che aveva in programma la distruzione dell'universo conosciuto e ha dovudo disdire la prenotazione...

Be', che altro resta da dire? Ci vediamo lunedì, e ricordate sempre...
METALLO!

domenica 28 ottobre 2007

Siamo in tanti a fare aikido...

- Noooooooooo, Bender, togli Iris!!
Le prime note della canzone già echeggiavano nell'abitacolo, quando i ragazzi emisero la sentenza.
- Non ci penso proprio - rispose Bender - devo deprimermi almeno tre volte al giorno altrimenti non sono contento.
Con un rapido movimento nascose la PSP ai suoi poco disposti alla depressione compagni.
- Ehi, ma quello è un cartello del corso di aikido! - constatò Exa.
- Wa serio... e allora? - rispose Bender.
- Siamo in tanti a farlo e non c'è posto per tutti... - valutò Exa.
- Ah e allora, qual è il problema? - Bender accostò. Si allontanò dal veicolo verso il palo a cui era appeso il cartello. Si arrampicò senza troppi problemi e constatò... - E' fissato con delle fascette di plastica... passami delle chiavi, provo a tagliarle...
- Ehm, Bender, ci stanno lasciando a piedi - notò Exa, sceso con Bender per rendere più ragionevole il suo corso di arti marziali.
La Punto, vecchia, scassata e con dentro gli altri si mosse velocemente in retromarcia, per poi rimettersi in carreggiata e andare.
- Al diavolo - pensò Bender - li riprenderemo, adesso abbiamo qualcosa di più importante da fare, per il bene dell'aikido! - E cominciò a segare le fascette.
- E' pieno di macchine - Obiettò Exa, notando tutti i veicoli che transitavano nella strada.
- Andrò fino in fondo! - le fascette non cedettero. - Al diavolo, spacchiamo tutto! METALLO!
Alzò nel cielo notturno la sua mano, il gesto che da sempre ha contraddistinto una generazione di liberi pensatori. Indice e mignolo alzati lungo una linea verticale, il pollice posto orizzontalmente. Metallo.
Il cartellone cominciò a cedere. Prima una piccola parte, poi pezzi sempre più grossi. Si staccò del tutto quando Bender se lo trascinò giù per il palo, urlando...
- Metallo!
- Metallo - rispose Exa.
I due se la diedero a gambe, calciando il cartellone ormai inutile del corso di aikido.
- Andiamo a riprenderci ciò che è nostro - propose Exa, e fece rotta di corsa, nonostante la ferita alla gamba lo rallentasse, verso la traiettoria della Punto, imbottigliata nel traffico del Caffè di Notte, in cui gli ignari usurpatori si erano infibulati.
- Metallo - rispose Bender, incazzato come una colomba a Pasqua.
- Metallo!

sabato 27 ottobre 2007

Venerdì sera

Al cinema a vedere Ratatuille. Bellissimo film, grafica stupenda, storia divertente, sullo stile pixar, che dopo 'Gli Incredibili' ritorna a far furore. Va bene, il finale sarà anche scontato, ma riesce ad emozionare... ok, forse sono rimasto bambino dentro, ma mi è piaciuto parecchio...
Sarà l'attesa? Erano quasi due anni che avrei voluto vederlo, e l'aspettativa c'era... nonostante tutto mi ha colpito piacevolmente... sarà per quello che vuole comunicare? Siate sempre voi stessi, e non cedete mai.
Con affetto,
il vostro amorevole Seph
che per la serata non vuole essere altro che Fra
aspettando qualcuno che non risponderà mai
non sapendo se è per scelta o perché non c'è...

venerdì 26 ottobre 2007

Canzoni notturne

La notte è il miglior momento per ascoltare la musica. Tu, la tua stanza, le tue cuffie, nessuno che scoccia, l'oscurità che ti fa concentrare solo sulle note...
A volte capita che un pezzo ti faccia riflettere, ti emozioni, ti deprima... altre volte accade che una canzone esprima semplicemente quello che tu senti, che lo renda più poetico.
Questa canzone la dedico ad una persona, che, be', mi fa sentire esattamente così...

I miss you
degli Incubus

To see you when I wake up
is a gift I didn't think could be real.
To know that you feel the same as I do
is a three-fold, utopian dream.
You do something to me that I can't explain.
So would I be out of line if I said,
I miss you.
I see your picture, I smell your skin on the empty pillow next to mine.
You have only been gone ten days, but already I'm wasting away.
I know I'll see you again
whether far or soon.
But I need you to know that I care
and I miss you.

Visto che l'inglese non è arte di tutti, eccola tradotta (come al solito da me medesimo, quindi se avete qualche critica da muovermi, me ne sbatto altamente)

Vederti quando mi sveglio
è un dono che non pensavo fosse vero.
Sapere che ti senti allo stesso modo
è un tre volte, utopico sogno.
Mi fai qualcosa che non riesco a spiegare.
Quindi sarei esagerato se dicessi,
mi manchi.
Vedo la tua fotografia, sento il profumo della tua pelle sul cuscino vuoto accanto al mio.
Sono solo dieci giorni che tu sei andata via, ma mi sto già consumando.
So che ti vedrò ancora
presto o tardi.
Ma ho bisogno che tu sappia che ci tengo
e che mi manchi.

lunedì 22 ottobre 2007

Same shit...

...different day.
La solita routine... be', prima era una nuova routine, che dopo aver carburato è diventata solita...
lavoro, università, studio, giochi di ruolo, videogiochi, rapporti sociali (il 90% dei quali ammette birra), sbronze nei locali (per compensare il 10% di rapporti sociali astemi)...
Insomma, le solite cose. Non mi faccio una dormita seria da un milione di anni...
Be', in questi giorni una novità c'è stata... una piacevole ventata di novità... anzi, una bora di novità... fa nu cazz e'fridd...

mercoledì 17 ottobre 2007

Un ringraziamento...

Un ringraziamento a Exa che mi ha permesso di svagarmi con la sua chitarra...
Un ringraziamento a Prisco che, nonostante il lavoro, mi ha sopportato stasera.
Un ringraziamento ai monaci che ogni anno imbottigliano la Paulaner per noi.
Un ringraziamento alla Eku 28. Perché esiste.
Un ringraziamento ai sigari formato extra small economici (hanno un buon odore).
Un ringraziamento alla mia macchina, che in questi anni ho imparato a conoscere (e devastare).
Un ringraziamento a te che stai leggendo.
Un ringraziamento a questo mondo, che va alla rovina.
Un ringraziamento all'ultimo numero di 20th Century Boy, che leggerò tra poco.
Un ringraziamento a me stesso, perché se non ci fossi sarei morto.
Un ringraziamento alla logica spicciola.
Un ringraziamento alla PSP che ha la funzione di lettore MP3.
Un ringraziamento ai lavori che cominciano dopo le 15.
Un ringraziamento al mio letto, che mi ha sopportato quasi ogni notte, per 21'anni.
Un ringraziamento a chi ho amato, odiato, o mi è stato totalmente indifferente.
Un ringraziamento a Dio, scalzo e in una valle di chiodi, ma sempre ringraziato.
Un ringraziamento a Final Fantasy 7, che mi ha suscitato emozioni più reali della realtà.
Un ringraziamento al Rock.
Un ringraziamento ai finali scontati.

domenica 14 ottobre 2007

La strenua lotta per la sopravvivenza

- Siamo messi male, Colonnello.
Il colonnello prese il binocolo e si mise ad osservare. La sua valutazione fu categorica.
- Sì...
C'erano carri armati dappertutto. Gli indonesiani avevano invaso il confine, ed erano arrivati in massa. Non si poteva dire che i difensori fossero impreparati a questa evenienza, tutt'altro. Non era la prima volta che accadevano attacchi al confine, ma si trattava di scaramucce, niente di serio. Stavolta invece la situazione era diversa. Le armate avversarie quasi non si potevano contare. Mentre le loro forze erano poche ed indebolite dai continui attacchi su diversi fronti.
- Caporale - decise infine il colonnello - comunichi allo squadrone Bravo di mantenere la posizione. E' di vitale importanza che non riescano ad entrare.
- Sissignore!
Sarà anche di vitale importanza, ma a meno di un miracolo siamo tutti spacciati, pensava il colonnello. Siamo solo in due, e loro sono innumerevoli. Non ci resta che resistere, i rinforzi sono ormai prossimi... si tratta solo di sopravvivere un'altra giornata. Tanti sono morti, li ho visti cadere uno ad uno sul fronte. Noi siamo sopravvissuti finora, dobbiamo farlo ancora una volta. Dannazione, se ce la faremo giuro che me ne andrò in pensione.
- Signore, ci attaccano!!
Tre carri armati avversari si avvicinarono alla postazione. La verniciatura blu notte era un sinistro presagio nella luce del crepuscolo.
- Dannazione!! Resistete!!
I tre carri circondarono i due ed aprirono il fuoco. I colpi erano fiacchi, qualcuno dall'altra parte aveva sbagliato qualche calcolo... era il momento!
- Fuoco!!
I due carri spararono all'unisono. I colpi presero in pieno due carri avversari, che esplosero in una fragorosa esplosione. Il rimanente, vista la mala parata, si apprestò a tornare indietro.
- Ottimo lavoro ragazzi. Ma questo è solo l'inizio.
La vernice verde dei due carri riluceva al tramonto. Forse c'era ancora speranza. Forse... ma ecco avvicinarsi altri tre carri. Il colonnello emise una bestemmia.
- Ci riattaccano di già... dobbiamo anticiparli. Fuoco di sbarramento!!
Il carro sparò un colpo. Il proiettile cadde esattamente dove poco tempo prima c'era il nemico. Il carro blu aveva scartato di lato per evitare il colpo. Ma faceva tutto parte del piano. Il carro Bravo fece fuoco, era troppo tardi perché l'avversario potesse allontanarsi. Una fragorosa esplosione individuò il bersaglio colpito. Gli altri due carri ormai erano a distanza di tiro e si apprestavano a sparare. Ma gli uomini avevano già caricato il proiettile.
- Fuoco!
Un altro carro saltò in aria senza riuscire a sparare. L'ultimo carro rimasto sparò il colpo, ma colpì una collinetta a pochi metri dai due cingolati verdi. Si ritirò.
- Anche questa è fatta... Speriamo che il prossimo attacco finisca allo stesso modo.
La notte era ormai calata, quando un urlo riecheggiò nell'aria.
- Colonnello, ci stanno attaccando!! Sono vicinissimi!
Altri tre carri si stavano avvicinando. La notte li rendeva quasi invisibili, il colore blu che si mimetizzava perfettamente nella poca luce lunare. Uno dei carri sparò un colpo, che prese in pieno l'armata verde.
- Maledetti! Hanno distrutto la squadra Bravo! Figli di puttana!! Soldati, fate fuoco!!
In tutta risposta, un colpo distrusse uno dei carri attaccanti. Gli altri due si ritirarono. Dannazione, siamo rimasti soli, pensava il colonnello. Sono anni che siamo sul confine siamese, e non ho mai visto tanti nemici...
Il giorno dopo portò un'alba bianca e buone notizie.
- Colonnello, siamo riusciti a fare una stima dei cingolati avversari. Sono rimasti 5 carri armati.
- Bene, ragazzo... vai pure.
5 carri armati. Significava che ne avevano distrutto la metà della quantità iniziale. Ma erano pur sempre 5 contro 1. Ed avevano intenzione di vendere cara la pelle.
Altri tre carri attaccarono verso mezzogiorno. Con una rapida manovra, il carro schivò un proiettile potenzialmente letale, riportando lievi danni, e infliggendo un'ulteriore perdita al nemico. Ne rimanevano 4. L'attacco fu continuo. Altri tre carri arrivarono. Un proiettile prese in pieno il carro verde, che resistette, mentre la granata lanciata da questo segnò un'altra tacca.
- Colonnello, abbiamo ingenti danni al rotore! Ci vorrà un po' per ripararlo.
- Cominciate le riparazioni immediatamente!
Ancora un po', solo un altro po'... ce l'abbiamo quasi fatta...
Stavolta i carri attaccanti furono solo due. I due colpi caddero a poca distanza dal carro verde, che rispose. Il proiettile finì a pochi metri da uno dei due carri.
- Dannazione - imprecò il colonnello - siamo spacciati!
I due carri fecero fuoco all'unisono. Quando si è arrivati alla fine, sembra che questa arrivi come a rallentatore, a mostrare ogni suo singolo istante. I proiettili scendevano, il colonnello era sulla scaletta sopra il portello di uscita. Vide uno dei due colpi prendere in pieno il mezzo, di poco sotto il cannone. Vide il colpo esplodere, vide le fiamme che si sprigionavano. Vide l'acciaio piegarsi, vide il cannone accartocciarsi, poi le fiamme lo inglobarono.
- E' la fine. Il Siam è caduto.

- E' finita, Bender.
Exa si alzò dal tavolo. Mostrò la sua carta obiettivo: "Devi distruggere le armate verdi."
- Dannazione - risposi - un altro po' e ce l'avrei fatta... avevo anche 10 armate da mettere col tris di territori. Sigh.

venerdì 12 ottobre 2007

uhm...

- Vuoi arrampicarti eh? Tira un dado.
- 1...
- Bene. Fissi la parete con sguardo di sfida, tocchi uno dei mattoni per verificarne la compattezza... pietra viva, un po' friabile, ma basta fare attenzione. Ti senti pronto, con un colpo di reni ti dai uno slancio, mentre solo allora noti un simpatico chiodo arruginito sporgente da un mattone che ti trapassa da parte a parte il palmo della mano. Un dolore lancinante ti attraversa il corpo, mentre nella tua mente prendono forma bestemmie che mai avresti avuto il coraggio nemmeno di immaginare. Fammi un tiro salvezza sulla Tempra...
- 6... sommato al 3 che ho, fa 9.
- Bene. Hai preso il tetano.

sabato 6 ottobre 2007

Smuffo

Ok, il titolo è tratto da un simpatico deumidificatore che trovammo per caso in una piccola pensioncina a Lucca (chiamare Smuffo un deumidificatore... peggio che Pinguino...)...
In sostanza è da molto che non scrivo, ed è il caso di aggiornare... come farlo meglio che con una canzone?

Bad Religion - Infected

Now here I go,
Hope I dont break down,
I wont take anything, I dont need anything,
Dont want to exist, I cant persist,
Please stop before I do it again,
Just talk about nothing, lets talk about nothing,
Lets talk about no one, please talk about no one, someone, anyone

You and me have a disease,
You affect me, you infect me,
Im afflicted, youre addicted,
You and me, you and me

Im on the edge,
Get against the wall,
Im so distracted,
I love to strike you,
Heres my confession,
You learned your lesson,
Stop me before I do it again

Youre clear - as a heavy lead curtain want to drill you - like an ocean,
We can work it out, Ive been running out, now Im running out

Dont be mad about it baby,
You and me, you and me,
I want to tie you, crucify you,
Kneel before you, revile your body,
You and me, were made in heaven,
I want to take you, I want to break you,
Supplicate you, are incurable,
I want to bathe you in holy water I want to kill you,
Upon the alter, you and me, you and me

Per i meno anglofoni, o persone che alla domanda "How do you do?" rispondono "Oh, frà, ma m staj pijann p' ccul?" ecco la traduzione, liberamente riadattata da me (e poi dite che non vi voglio bene...)

Ora vengo qui,
Sperando di non crollare
Non prenderò nulla, non ho bisogno di nulla,
Non voglio esistere, non posso persistere
Ti prego, fermami prima che possa farlo ancora
Solo parlare di niente, parliamo di niente,
Parliamo di nessuno, perfavore parliamo di nessuno, qualcuno, uno qualsiasi

Tu ed io abbiamo una malattia,
tu mi colpisci, tu mi infetti,
Sono afflitto, tu sei una droga,
Tu ed io, tu ed io

Sono sul baratro,
Contro il muro,
Così distratto,
Mi piace colpirti,
Questa è la mia confessione,
Hai imparato la tua lezione
Fermami prima che lo faccia ancora,

Youre clear Sei pura - vorrei scavarti come una tenda di piombo - come l'oceano
Ci possiamo lavorare, sto per finirla, la finirò ora

Non prendertela con me, piccola
Tu ed io, tu ed io
Vorrei bendarti, crocifiggerti,
Inginocchiarmi davanti a te, oltraggiare il tuo corpo,
Tu ed io, siamo stati fatti in paradiso,
Vorrei prenderti, vorrei romperti,
Supplicarti, è incurabile,
Vorrei bagnarti nell'acqua santa, vorrei ucciderti,
Sull'altare, tu ed io, tu ed io.

Interessante soprattutto l'ultima strofa, adoro la blasfemia intrinseca della cosa.
Che canzone tenera...
Detto questo e promettendo un aggiornamento più metodico al blog, vi saluto...
Il vostro Seph, per il momento Ichigo.

NB: Ichigo è il protagonista di Bleach!, che sto attualmente leggendo tra un capitolo e l'altro del Pendolo di Focault. Tra i tanti significati del nome (giapponese, naturalmente), spiccano quello di fragola (:|) e di 1 5 (ichi vuol dire 1, go significa 5). Con i kanji (ideogrammi) con cui è scritto ha un significato differente: ichi è una persona in particolare (mantenendo il suo significato di uno), mentre go è inteso come proteggere, difendere. Ossia colui che è devoto a proteggere qualcuno. Ora, il problema è trovare quel qualcuno... mi ci metterò d'impegno. Parentesi etimologica chiusa, crollo nelle braccia di Morfeo...

martedì 25 settembre 2007

Effetto Valchiria

Il barista si è lucidato e i sogni sono fatti di negromanti storpi.
Canta come una Banana Twist che si è avvicinata troppo alla costellazione dei loro teschi rasati.
La pioggia di rane è cessata ora tocca a quella di sangue.
Segui le labbra e poi non ci sarò più!
L'intera città era il manto di un cavallo nel bar e potevo vedere quei particolari nei suoi capelli.

domenica 23 settembre 2007

Auguri Gianni!

Come da titolo... auguri Gianni!
E grazie per la mezza sbronza!!!
Altri 5 o 6 di questi giorni!
Auguri!

sabato 22 settembre 2007

Max Payne, o V for Vendetta...

Il tipico vendicatore solitario. L'eroe? No, nient'affatto... c'è poco di eroismo in una vendetta... egoismo, quello si. Forse nient'altro. Ma quando ci vuole, ci vuole... Be', moralmente è sbagliato. Il rancore c'è sempre... se stessimo tutti a vendicarci, saremmo la metà, sulla ridente terra di Dio. Forse staremmo meglio. Ma saremmo la metà. A che serve la vendetta? Per regolare i conti per i torti subiti? No, non regola niente. Genera solo altri nemici. Magari nemici che uno reputa tali, ma che loro non si reputano così nei tuoi confronti... e che dopo questo diventeranno i Nemici, quelli con la N maiuscola... Diciamolo, non si può essere nemici unilateralmente... bisogna che due persone si odino, nemmeno, si reputino nemici l'un l'altro per esserlo. Non basta che uno solo lo pensi. Non è giusto. E' come pugnalare alle spalle qualcuno. Subdolo? Si, decisamente. Ma è da perdenti prendersela con uno che non può, o non sa di dovere, difendersi. Ma sto divagando. La vendetta diventa moralmente accettata quando è necessario che ci sia. Quando qualcuno si dichiara nostro nemico mentre noi non ce lo aspettiamo. O non lo sappiamo. Esempio: se ammazzassero la vostra famiglia, l'unico punto di stabilità del vostro universo, ciò che più amate a questo mondo... e poi scopriste che tutto quello che è stato fatto è dovuto a un caso, un crudele gioco inscenato da colui che muove i fili, l'eterno burattinaio, il Destino... allora la vendetta sarebbe giusta? Dareste tutto quello che avete per saldare il conto? Al punto tale da non poter più vivere senza vendetta? Diverreste una sorta di Edmon Dantès, o conte di Montecristo, pur di farla pagare a coloro che vi hanno condotto in una spirale di odio e rancore? No. La vendetta non è altro che un punto di inizio per altro odio. E quindi? Non si porge l'altra guancia... mai... chi vi ha fatto del male non merita il vostro bene. Non si scappa... ci si ritira strategicamente, ma le cose vanno affrontate. E le si devono affrontare. Non ossessivamente, ma in ogni occasione possibile... tutto va colto affinché possiate regolare i conti; la vendetta deve essere subdola, un grosso sotterfugio. Ma gli altri devono sapere che vi state vendicando. Che avete un conto in sospeso con loro. Altrimenti sarebbe come presentarsi, voi pirati, a una nave mercantile esponendo bandiera bianca e depredandola dopo che loro si sono offerti di aiutarvi... No. Devono sapere a cosa vanno incontro. Devono sapere che li odiate con tutte le forze anche quando si decidono ad aiutarvi. Ed è allora che bisogna colpire. Una sorte che hanno cercato di loro spontanea volontà. E ne sono ben consapevoli. E voi dovete gioire, in quanto pirati che, con le loro intenzioni manifeste, sono riusciti a conquistare la nave senza dover abbordarla.
O altrimenti, attaccare con tutte le vostre forze. Senza scadere nell'ossessione, ma nella pragmatica preparazione. Non votatevi alla vendetta, vivetela. Il caro, vecchio V... Lui altri non è che un fantasma, un avatar, una manifestazione della Vendetta. Rinuncereste a quello che ha rinunciato lui, per vendicarvi? Come Dantès, lui vive della sua vendetta. Ma mentre il primo trova il motivo di continuare a vivere, lui muore nella sua rivalsa. E' vero, il primo è, nonostante il relativo anacronismo, inserito nell'ambiente in cui si muove. Il secondo altri non è che un fantasma, che nella vendetta trova nutrimento, riposo e determinazione, al termine della quale sarebbe impensabile per lui sopravvivere. Una sorta di corda scordata, che è lì per far capire a tutti che il concerto non può andare avanti. Ma viene accordata. O, in questo caso, strappata, per mostrare la corruzione del concerto. E cambiarlo. E tornare a suonare la melodia.
Ma il punto è: cos'è la vendetta, se non manifestazione di puro egoismo, di presa di posizione nei confronti del mondo? Perché distruggiamo le vite di tanti altri, solo per il gusto di volerne distruggere una?
Ma guarda te se sono cose da pensare all'una e venti del mattino....
In fede,
Seph

domenica 16 settembre 2007

Sbronza D&D

Davanti a 4 bottiglie di Jack Daniels, con rispettivi bicchieri stile cicchetto, i nostri eroi sono disposti intorno al tavolo, a parlare del più e del meno...
Eto': Mirri, la mia collega di corso, è proprio il massimo... ha due tette enormi, vi dico... enormi!
Decker: Si capo, sappiamo il tuo amore per le tette... - beve un sorso - l'ultima era così piatta da invidiare una tavola da surf...
Rusty, dopo aver scolato un bicchiere: ehehehehe... già, davvero... cosa ci trovavi in lei?
Eto': Era intelligente... - beve un sorso - Ahahahahahaha - scoppia a ridere - ma che ne so, mi piaceva...
Rusty: Bha, sempre il solito coglione...
Decker: Be', pensieri per il futuro, capo?
Eto': Uhm, ho intravisto una tipa... le ho parlato solo un paio di volte, ma mi sono già innamorato...
Decker: Ahaha... il solito frocione! Dopo la prima scopata l'avrai già dimenticata!
Eto': Non ti permetto di dire queste cose!! - Si getta addosso a Decker, ma sbatte la testa sull'armatura, rovescia il tavolo e sviene.
Rusty, salvando due bottiglie: Che capo idiota... bha, si innamora troppo facilmente... però fa tenerezza...
Decker: Già, chissà cosa ci trovano le donne in lui...
Rusty: Secondo me, niente... è troppo imbecille...
Decker: Si... queste scoliamocele noi due, comunque...
Rusty: Ti voglio bene, Decker...

sabato 15 settembre 2007

Simpsons: The movie

Ho riso per 90 minuti. E' un capolavoro, non un film... si, ok... la storia è scontata, ma le battute sono oltre... I creatori sono dei geni!!! E poi potete vedere i Greenday versione simpsoniana, oltre al mitico maiale (Spiderpork, aka Harry Plopper)!
Stupendo...
Al di là di tutto, ho incontrato il fratello di Silvio, Raffaele, con cui ho pariato tutta la serata...
E Enza, amica di Barbara, amica di Raffaele, amica di Laura (e chi cazz e'?), con cui mi sono divertito un mondo... ragazza simpaticissima, con cui fa piacere parlare... se non fosse iscritta a matematica un pensierino ce lo farei... :P Scherzo, nonostante sia molto carina, mi ha fatto molto piacere divertirmi con lei, birre permettendo :D spero di ripetere la cosa quanto prima, non mi divertivo tanto da secoli!
Vale,
Sephi

venerdì 14 settembre 2007

Iris

Dopo un paio di birre, le canzoni che ascolti in macchina hanno un significato più profondo...

And I'd give up forever to touch you,
Cause I know that you feel me somehow.
You're the closest to heaven that I'll ever be,
And I don't want to go home right now.

And all I can taste is this moment,
And all I can breathe is your life,
And sooner or later it's over,
I just don't want to miss you tonight.

And I don't want the world to see me,
Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And you cant fight the tears that ain't coming,
Or the moment of the truth in your lies.
When everything feels like the movies,
Yeah you bleed just to know you're alive.

And I don't want the world to see me,
'Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And I don't want the world to see me,
Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And I don't want the world to see me,
Cause I dont think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.

Tradotto liberamente: molto...

E rinuncio per sempre a toccarti,
perché so che mi senti in qualche modo.
Sei più vicina al cielo di quanto io sia mai,
e non voglio andare a casa proprio ora.

E tutto quello che posso assaggiare è questo momento,
e tutto quello che posso respirare è la tua vita,
e presto o tardi è finita,
e non voglio che tu mi manchi stanotte.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non puoi lottare contro le lacrime che arrivano,
o sull'attimo di verità nelle tue bugie.
Quando tutto sembra un film,
Si, sanguini solo per sapere di essere vivo.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.

Questa canzone la dedico a due persone... una è quella che mi sta facendo compagnia su MSN in preda a una sbronza... l'altra è la persona a cui ho ahimè dedicato il primo post di questo blog, per farle e farmi rendere conto che non nutro nient'altro per lei che pura sconfitta.
Farewell...

giovedì 13 settembre 2007

Cthulhu sta chiamando...

Personale reinterpretazione di una partita a 'Il richiamo di Cthulhu' di qualche annetto fa... Mai divertito tanto come allora.

Personaggi:
Jack Payne. Io. Diciamo che ero nel periodo di dipendenza a Max Payne e ho chiamato di conseguenza il personaggio. Un ingegnere decisamente ricco, per cui il vizio dei viaggi e dell'occulto lo porta in Tibet, in un monastero alla ricerca di antichi reperti, con il suo amico archeologo ultrasettantenne. Razionale e materialista, scoprirà che le sue convinzioni saranno un attimino sconvolte dopo la sua piccola avventura.
Victor Jeremis Newcastle. Personaggio di Matteo, un simpatico vecchino di 75 anni che si diletta nell'archeologia. La sua sete di sapere, e la brama di scoprire tesori come un tempo, lo portano in Tibet a visitare monasteri. E a scoprire cose di cui è meglio essere all'oscuro.
Anthony Belloth. Il personaggio di Antonio, un pilota americano di aerei che fa parte dell'ambasciata americana in Tibet. Lo incontriamo durante i nostri viaggi, e scopriamo che si interessa alle nostre storie; lo portiamo con noi!

La storia finora.
Jack e Victor sono giunti in Tibet con lo scopo di scoprire segreti e antichi reperti. Una rapida esplorazione porta a scoprire una setta di adoratori di divinità aliene e malvagie nei sotterranei, e i nostri eroi rimangono coinvolti nel rito di evocazione di uno di loro. La fuga è rocambolesca, la divinita zoomorfa (immaginate un grosso elefante indiano con 6 braccia, varia bigiotteria, che cammina eretto e con la proboscide succhia la tua linfa vitale) ci insegue... svoltato l'ultimo angolo giungiamo a un dirupo. Una rapida occhiata ci fa scoprire un piccolo cunicolo poco più in basso. In fretta e furia, io e il vecchiardo ci caliamo per insinuarci nell'unica via di salvezza disponibile. Il vegliardo riesce a entrare, mentre la proboscide della divinità mi afferra le braccia prima che io possa fare lo stesso. Dolore lancinante, ma il mio compagno riesce a farmi entrare nel cunicolo e a salvarmi. Trasalgo vedendo le mie braccia ridotte a poco più che lividi arti disidratati, simili a rami. Impazzisco. Catatonizzo nel cunicolo e al termine dell'attacco divento schizofrenico, con altre due personalità oltre la mia: una violenta, sullo stile ubriacone rissoso, ma con un tocco di paranoia, un'altra un vecchio arteriosclerotico. Grazie a un incantesimo di Guarigione trovato tra gli antichi documenti del monastero, Victor mi guarisce, e ci incamminiamo nel cunicolo, per sfociare in mezzo alla neve qualche ora dopo. Una città non è molto lontana, e mentre ci avviciniamo incontriamo Anthony, a cui raccontiamo la nostra storia e che si offre di riportarci a casa. Se non fosse per alcuni piccoli problemini dovuti alla coesistenza di molta gente in me... La scena si svolge in un pianoro a circa mezza giornata di cammino dalla città. Il biplano di Anthony si sta riscaldando per partire.

Victor: Bene, ragazzo, prepariamoci per tornare a casa. Devo infinitamente ringraziarti per il lavoro che stai facendo. Non è vero, Jack?
Jack (versione violenta): Brutto stronzo di merda, stai cercando di fregarci, vero?!! Adesso ci porterai dai tuoi amici che ci faranno la festa!!!
Anthony, perplesso: Prego?!
Jack (versione violenta): SEI UN BASTARDO!!!! - Gli salta addosso con i pugni levati.
Jack (versione arteriosclerotica): Ahi la schiena... Giovinotto, cosa ci fa sotto di me? - Rivolto ad Anthony, in atto di difendersi dai probabili cazzotti.
Anthony, ancor più perplesso, si rialza e rivolto a Victor: Ma che ha?
Victor: Ah, nulla... ogni tanto gli succede...
Anthony: Ma è un pazzo maniaco?!!
Victor: Nha, solo un po' pazzo... maniaco non mi pare...
Anthony: ...
Jack (versione normale), si rialza: Ehm, che aspettiamo a partire?
Victor: Si si, ora andiamo. Anthony...
Anthony, un attimino sconcertato: Be', con tutto quello che avete passato... ora partiamo...
Jack(versione violenta), gli corre dietro urlando: NON MI AVRAIIIIII!!!!!!
Anthony si accorge dell'aggressore e schiva il suo calcio: Ma... ma...
Jack (versione violenta): Sei uno di loro!!! Ti ho riconosciuto!!!! - Gli sferra un pugno diretto al naso.
Anthony, schivando il pugno lo mette a terra con una simpatica arte marziale. Rivolto a Victor: Credo sia meglio legarlo...
Victor: Concordo.
Jack(versione arteriosclerotica): Mi scusi, mi sta facendo male, le mie povere ossa! Si può spostare per favore...
Anthony: Oddio... ma è normale che parli come un vecchio? Senza offesa, eh...
Victor: Si figuri... comunque no, non è normale. Però è bravo...
Jack(versione arteriosclerotica): Gioventù, perfavore scostatevi. La schiena mi fa male...
Anthony: Uhm - Allenta un secondo la presa.
Jack(versione violenta): AAAAAAAAAAAAAAH! - Colpisce con una testata il volto di Anthony.
Anthony: ARGH! Che male!!
Victor, sospira. Estrae la pistola.
Jack(versione violenta), mentre si sta per gettare addosso a Anthony: Muori maledetto!!!
Per il pianoro si sentono due spari. Entrambe le ginocchia di Jack sanguinano.
Jack(versione normale), urlando dal dolore: AAAAAAAAH!! AAAAHH!
Anthony: Grazie, dottore...
Victor: Presto leghiamolo... faremo i conti a casa...
Jack(versione violenta): E' UNA CONGIURA!!! VI AMMAZZO!! VI AMMAZZO! VI AMM.... umpf... mmf... - Il bavaglio di fortuna copre le imprecazioni di Jack.
Anthony lo carica sull'aereo e il gruppo prende il volo. Cos'altro dovranno affrontare i nostri eroi?

Bene, questo sclerotico siparietto è da imputare al master che mi faceva cambiare personalità 3 o 4 volte al minuto.. E' stato stressante cercare di gestirle tutte. Però mi sono divertito. Gli altri 2 un po' meno, come si è visto sono giunti a mezzi poco ortodossi... Le mie povere ginocchia... Sigh...

Un saluto
Seph

lunedì 10 settembre 2007

Shrek III

Dopo la pausa febbre di ieri, stasera abbiamo assistito a Shrek III.
Diciamo che l'aspettativa per questo film era decisamente alta. Dopo essermi aspettato un film orrendo con il secondo capitolo, e scoprendo che in realtà era magnifico, ero davvero curioso di vedere il seguito. Ma la delusione c'è stata questa volta. E' vero, molte battute sono ben studiate, molto divertenti, ma rasentano il già visto. Alcune sono banali. Altre solo decisamente idiote. Alcune mi hanno fatto anche ridere. Ma poche. Ma andiamo con ordine:

la trama. Se nel primo capitolo la storia era intrigante, una fiaba con un simpatico capovolgimento di ruoli, con un anti-eroe carismatico (ma dove?) e interessante, e nel secondo una trama relativamente banale faceva da sfondo a battute argute e situazioni divertenti, in questo capitolo, come nel secondo, una storia decisamente lineare è il pretesto per clichè a cui il film precedente ci aveva già abituati.

la grafica. Su questo punto, bisogna dire che la Dream Works ha compiuto un lavoro sublime. Il primo Shrek era un capolavoro per gli standard di quegli anni (dopotutto fu proprio con quel film che la Disney scoprì come sua prima rivale in computer grafica il sopraccitato team), e la grafica venne ancora migliorata col precedente capitolo. Ma in questo terzo il miglioramento è ancora più evidente. Stupendi gli effetti di acqua, fuoco, sabbia, le evanescenze e i vari shader di capelli e pelo. I personaggi sono stati ancora più dettagliati, e le movenze rese ancora più accurate. Ottima la realizzazione di ambienti e sfondi, e in quasi ogni scena ci sono citazioni più o meno famose.

i personaggi. Di nuovi personaggi ce ne sono davvero pochi rispetto ai primi due. Se col primo si allestiva la vicenda, e col secondo si popolava il mondo, con il terzo non si fa altro che muovere i fili di quello che è stato già costruito. Magari con qualche personaggio di secondo piano portato a co-protagonista. I loro caratteri sono rimasti pressoché uguali, Shrek è sempre scontroso, Fiona è ancora l'orchessa burbera e romantica di un tempo, Ciuchino l'allegro scassamaroni petulante di una volta. Stupendi i figli di quest ultimo e della draghessa (pucciosi al punto giusto *.*). Tra i nuovi volti abbiamo Artie, il tipico sfigato che trova se stesso alla fine dell'avventura, e l'arteriosclerotico Merlino, che ho amato fin dalla prima apparizione (*_*). Come nelle favole, anche qui i loro caratteri sono lineari e privi di profondità, eccezion fatta per il nostro eroe-antieroe-protagonista, ma questa profondità è fittizia e vi eravamo già abituati. Dopotutto cosa pretendete da una commedia senza impegno e non troppo eticamente corretta? O.o

i dialoghi. Ah, se avete amato i dialoghi dei precedenti due film, apprezzerete anche questi. Le battute sono, o dovrebbero essere, il punto di forza del film, quindi sono particolarmente curate, ben congeniate, se non fossero, come già ripetuto ampiamente, decisamente poco originali!

il doppiaggio. Buono, ottimo lavoro come al solito. Ma ho odiato questo film, PERCHE' HANNO CAMBIATO IL DOPPIATORE DEL GATTO CON GLI STIVALI?!!!!! Che vi ha fatto il caro Massimo Rossi (quello di "En Gard!", per intenderci)? Ci avete messo un magrebino che biascica le parole, per Dio! ç_ç come? Il magrebino è Banderas? Ah! E lo pagate pure profumatamente?!!!

In sostanza, il film è godibile... ma non aspettatevi granché. Voto, 6 +. E il più è per simpatia :)

In fede,
Seph

Next: Full Metal Alchemist, manga o stile di vita? (e sono 2).

sabato 8 settembre 2007

Sclero notturno

- E' ridicolo. - Sentenziò Seppho. - Insomma, è passato così tanto tempo. Per la miseria, non puoi farti fregare da cose del genere! E' improduttivo!
- Uff... tu non mi capisci - Rispose Fra. Sempre a buttarla sul nostalgico. - Non puoi razionalizzare la cosa. I sentimenti sono sentimenti!
- Ma quali sentimenti? Se per la maggior parte della tua vita sei stato un cinico di merda?! - Zoro era sempre poco propenso alla pietà.
- Per la miseria, se spesso riesco a trattenere le mie emozioni, non vuol dire che non ne ho! - Fra, sempre obiettando.
- Senti, le poche volte che ti ho visto essere umano era quando avevi bevuto una birra di troppo... - a volte Vash ha ragione. E quella fu una di quelle.
- Ma che colpa ne ho io?! L'unico mio errore è stato non essere freddo fino in fondo! - rispose Fra.
- Già. Ed è giusto che tu ne paghi le conseguenze. - disse Zoro.
- Decisamente. Così impari a fare il cinico quando meno ne hai bisogno. - Aggiunse Vash.
- Sei una delusione. - Completò Seppho.
- Avete ragione. La colpa è mia. Dannazione, ma quanti siamo qui dentro?!! - azzardò Fra.
La frase lasciò tutti senza parole.
Buonanotte!

venerdì 7 settembre 2007

Festa di Machi!

O era Maki? Non ho mai imparato a scriverlo :\
Vabbè, Maria Chiara. Piccola festicciola tra pochi intimi, che poi erano abbastanza e anche non tanto intimi... Viaggio da skifo: piove, i vetri mi si appannano, traffico, lampi e tuoni. Un'ora e 10 minuti per compiere un viaggio di mezz'ora. Scendiamo nei pressi e ci becchiamo il meglio della pioggia di ieri (e ti pareva... ). L'ombrello sotto cui ci mettiamo, dopo i primi due passi si capota (e ti pareva anche questo...). Insomma, per farla breve, arriviamo talmente inzuppati da lei che quando le diciamo auguri risponde: "Grazie, ma non mi toccate!". Ci riponiamo ad asciugare vicino al buffet (il ritardo ci ha precluso ogni posto a sedere :|), ma fortunatamente siamo i primi ad usufruire dell'aperitivo. Con la tipica manovra Skanderbelg, o mossa Kansas-City, vado a scambiare due chiacchiere con la festeggiata, casualmente sita vicino ai divani, mentre gli occupanti erano andati al buffet. Grave errore. In meno di 3 secondi, 20 di noi monopolizzano i divani. E in meno di 5 avevamo già stabilito le turnazioni per prendere vivande al buffet in modo da non farci fregare i posti. Discorsi vari. Mi improvviso fotografo e comincio a immortalare gentaglia varia (Maki se stai leggendo, passami le foto! >.<). Faccio questo per una buona mezz'ora, e devo ammettere che un paio sono venute anche discretamente bene :D
Arriva la birra. Capisco che non è un granchè per sbronzarsi quando, dopo 6 bicchieri, mi sento solo alquanto gonfio. Il resto della festa va avanti tra chiacchierate e chiacchiericcio. Dopo la torta avviso gli altri di correre via immediatamente, causa problemi con lo stomaco, che comunque riesco a trattenere fino al bagno di casa, dove vomito anche il pranzo di Natale. Un paio di pillole e tutto torna come prima, se non fosse che mi sento un tantino affamato.
Ah, ho conosciuto un po' di gente alla festa, tra amici, colleghi e parenti di Maki, tra i quali menziono:
- Annarita, con la quale mi sono divertito un casino a parlare del più, del meno e anche di cose semi-serie.
- Un tipo che sta a informatica, con cui ho parlato in particolare di... be'... informatica... e al quale molto bellamente non ho chiesto il nome :\
- Due amiche di Maki che hanno preteso una foto particolare per cercare di compensare la differenza di altezza tra loro... ah, la gente vanitosa...

Serata divertente, all'insegna del ritrovarsi (gran parte delle persone del gruppetto sono gli amici del mare di Emanuele, che per proprietà transitiva sono diventati anche i miei!), e mi ha fatto molto piacere rivederli tutti. Unico neo, Andrea che ci da' il pacco appena ci stiamo per avviare, causa apertura conceria (dannato pellettiere :D).

Un saluto,
Valentino della Criniera Tuingerke Sisifo van Clif Boiler Efestione Gambadilegno Blue Eyes Stradivari Kaisersoze Pier Tarantino Andreas Charton detto anche Dolores Gamera George Moss Ivanovic Baldius... per gli amici Zima il Possente.


Next: Full Metal Alchemist, manga o stile di vita?

...

Ho troppo sonno per scrivere... se ne parla domani...
Wa manco 2 giorni di blog e già rimando le cose... :\

giovedì 6 settembre 2007

Remember, remember...

...the fifth of September. Ok nn era proprio così, ma la citazione di V for Vendemmia mi è venuta spontanea. Cosa dire di questa giornata? Eventi salienti:
- Sveglia dopo una notte insonne (ci può essere sveglia se nn hai dormito? :S), stordimento da sonno, anche se il sonno non c'è stato. Partitina a Zelda, quando nel mentre ricordo le parole di mio zio, stile fantasma amletico: "Chiama per fissare il colloquio di lavoro, chiama per fissare il colloquio di lavoro...". Porc... vabbè... telefono, appuntamento fissato per domani. Va bene. Riprendo Zelda.
- Chattata su MSN con amici (e amiche ;) ), più che altro gente se mi chiede se va tutto bene causa post di ieri. Non preoccupatevi, fortunatamente o purtroppo (fate voi) non muoio per così poco. Sistemazione blog nel mentre. Quanto adoro le fiamme...
- Studio!
- Piccolo salto in fumetteria, partitina a Magic e rotta al monumento a cercare compagnia :D un bel po' di gente, appena arrivo vedo Angelo e Peppe 'hip-hop' (nome quanto mai azzeccato per quello che è riuscito a fare sul tappetino nonostante fosse un nabbo :P) che scendono dalla macchina giusto davanti il monumento e mi infratto con loro mentre saluto la solita banda, che ha recuperato alcuni elementi dopo l'assenza estiva. L'atmosfera è sempre la stessa, spensieratezza e voglia di divertirsi (e l'effetto era molto più accentuato dal contrasto con un gruppo di simpatici EMO sulle gradinate, che non mangiavano un'emozione nemmeno se gliela imboccavi). Resto un po' con loro, ogni tanto parlo, ma per lo più ascolto. Mi piace ascoltare le persone, anche se a volte finisco a farlo anche quando non è più il caso :\. Dopo un po' torno a casa. Brutto non avere un mezzo di trasporto ausiliario ed essere limitato con gli orari pomeridiani. Promemoria: comprare una moto.
- Cena. Strano a dirsi, mia sorella ha cucinato! O.o capisco perché ha piovuto...
- Serata. Mi trovo imbucato a casa di Gianluca (naturalmente lui non si fa alcun problema per questo, anzi :D). Tappetino per danzare collegato alla Playstation. E' finita. Valeria, Angelo, Martina, Pepp'hip-hop e me medesimo cominciamo a saltellare vivacemente. Grandi risultati per Valeria (ma non vale, lo sapeva già usare!) e Angelo. Peppe hip-hop invece se la cava benissimo, nonostante l'invalidità a un arto superiore. La mia performance è da manuale (sotto la voce: "Come non si usa"), ma qualcuno fa peggio di me: Martina riesce a mancare più della metà dei passi (ghgh), ma era scusata dal fatto che ogni tanto cercavano di lanciarle pezzi di ghiaccio giù per la scollatura. In compenso il tappetino è fantastico, ed è divertentissimo da usare. Un giorno lo dovrò usare per giocare a Metal Gear. Dopo un po' vado ad ascoltare le prove del gruppo, anche se arrivo praticamente alla fine: devo dire che per quel poco che ho sentito se la sono cavati egregiamente! Non vedo l'ora di riascoltarli alla notte bianca - speriamo. In tutto questo, noto anche Nicola che sta suonando, e ne approfittiamo per nerdiare un po' parlando di stregoni, uomini-lucertola e ambientazioni steam-punk. Altri 10 minuti e poi, tutti a casa!

Be', mi sono limitato a descrivere come sono andate le cose in maniera (credo) abbastanza obiettiva. Dopo il surplus introspettivo di ieri direi che un po' di riservatezza posso anche concedermela (o è solo la solita chiusura a riccio dopo uno shock?). Alla fine mi sono divertito moltissimo in serata, spero di poterlo rifare presto. Il resto della giornata è andato relativamente bene, a parte i tormenti vari, che si sono un po' mitigati. Be', la birra è finita, e io ho sonno... riuscirà il nostro eroe a chiudere occhio stanotte? Stavolta sono venuto preparato... una bella botta in testa e passa la paura.

Parentesi pratica sull'utilitarismo teorico:
per mantenere la promessa, scriverò dell'utilitarismo teorico e dei suoi simpatici retroscena culturali. Per utilitarismo si intende identificare come giusto ciò che porta felicità all'individuo. In pratica, se stuprare le donne, razziare i villaggi e schiacciare i nemici, tanto per citare il buon vecchio Conan, mi fa piacere, è giusto che io lo faccia. Per teorico intendiamo la speculazione su questo pensiero. Adesso... utilitarismo teorico in sostanza è parlare e basta di ciò che ci rende felici. Questo ci rende poi davvero così felici? Se sì, siete dei pipponi mentali. Se no, bevete un altro goccio di alcool e rispondete nuovamente alla domanda. Qualora la risposta fosse "Solo il mercoledì", bravi! avete capito tutto nella vita!

PS: l'autore declina ogni responsabilità sull'uso improprio di termini prettamente filosofici riletti in chiave relativamente comica. Inoltre l'alcool giustifica lo scempio ivi commesso.

Un saluto
Seph

mercoledì 5 settembre 2007

Promesse non mantenute

Sono costernato di non poter tenere fede alla mia parola di scrivere sull'utilitarismo teorico e i suoi retroscena culturali... o almeno non lo farò adesso.
La colpa è di un cazzo di grillo che sta lì, fuori dalla finestra, a diffondere la sua melodia. In attesa che arrivi il carico di insetto-coleottericida radioattivo al plutonio fermentato, sclero un altro po' sul blog (che figata!).
Allora... dopo lo sfogo inaugurale, sono andato da Prisco causa etanolo. Be', diciamo un po' in ritardo a causa dello sfogo, ma il caro vecchio Rand non me l'ha fatto pesare. Discorsi da nerd su quanto siano sgravi i Treasure-hunter, sul boss finale di Zelda: Twilight Princess e sulle 4 ore e mezza per abbatterlo, le solite cose... Telefona Matteo, che mi dice di aver letto il mio blog (wa, uno che se l'è letto tutto) e mi chiede se voglio fare quattro chiacchiere in nottata. Incuriositosi il Prisco, gli spiego la storia (se volete conoscerla anche voi, rileggetevi il post precedente, o cercate un riassunto su Google inserendo "frociotestadicazzo", con tacito assenso del Dott. Drum) e ci troviamo a parlare dei vecchi tempi. Be', davvero molto vecchi, visto che avevo poco più di 10 anni quando l'ho incontrato e piangevo per una partita persa a Hero Quest :D
Sconvolgenti questi retroscena... A ogni modo riporto il Rand a casa e passo a prendere i Notarbartolo Bros per recarci da Matteo. Una volta lì discutiamo della situazione, degli accadimenti passati e futuri, divaghiamo, ridiamo, scherziamo. Bella serata, mi ci voleva.
Approfitto del grillo per ringraziare tutti.
Anzi, visto che ultimamente ringrazio troppe persone, ritiro i ringraziamenti.
Il carico ritarda... lo aspetterò leggendo un altro paio di capitoli del Pendolo di Focault, e pregustando l'agonia del grillo *;...;*

martedì 4 settembre 2007

Fantasmi del passato

E' curioso. Ogni volta che tendi di chiudere un capitolo della tua vita, di andare avanti, ogni volta che finalmente ci riesci, il passato torna a tormentarti. Non volevo cominciare questo blog con un post da EMO, ma purtroppo penso che dovrò farlo... ho bisogno di sfogarmi e un pezzo di carta è la soluzione migliore. Il passato ritorna, dicevo, e lo fa in maniera subdola, infame, come se la sua ragione di esistere è farsi vivo il momento in cui tu più sei vulnerabile. E psicolabile. E psicopatico.
E' accaduto tutto questa sera. Dopo una piacevole giornata tra amici, sulla strada del ritorno il cellulare squilla. Numero privato. Che a casa si siano accorti che manco dalle 11 di mattina? "Pronto", una voce familiare. Non la riconosco, ma una reazione spontanea mi chiude lo stomaco. "Si?" rispondo con un fil di voce, senza nemmeno sapere perché. "Ti ricordi chi sono?". La stessa frase che ho sentito altre volte. Capisco. "Come faccio a dimenticarmi di te?". Non c'è patetismo nella voce. Nemmeno secondi fini. Semplicemente è vero. Il tempo cancella le cose che uno vuole. E io non volevo che cancellasse lei. Lei ride. Semplice coscienza di avermi o solo una risatina di intesa? Troppo poco tempo per pensarci. "Come va?". Adesso, se dopo un lustro in cui non hai sentito una persona (era il 24 Dicembre 2002, lo ricordo come se fosse ieri), questa ti domanda come va, qualcosa ci deve essere sotto. "Bene...". Non più, vorrei dire. Mi trattengo. "A cosa devo la chiamata?". Vado dritto al punto. "Volevo sentirti". C'è davvero qualcosa sotto. E fa male. "Ah, capisco. Be', ti rigiro la domanda... Come va?". Ho paura di sentire la risposta. "Non bene", fa lei. "Ah!" fingo imbarazzo. Insisti, ragazzo. "Che succede?". Lei: "No, è un brutto periodo per me... ultimamente non mi va mai bene niente". Stesso presentimento di mezzo decennio fa. Il problema lo conosco già: "Anche con lui non sta andando più bene." Facile. Anche dopo 5 anni hai la sicurezza che le cose non cambiano mai. O forse è solo la tua paranoia che si apre la strada tra le viscere chiedendo di essere ascoltata, e non riesce a trattenere un grido di esultanza quando scopre di aver ragione. Ma l'esultanza della paranoia non è mai dolce.
Un regista con un minimo di serietà ci metterebbe un flashback. Non mi sono mai reputato serio. Non mi sono mai reputato un regista. Ma davanti ai miei occhi passano i ricordi: quel parchetto. La panchina dove sedevamo con tutto il gruppo, che ora vede solo me e lei. "Ti amo." lei. Lo sapevo. "Ma non sei la sola persona che credo di amare." La verità. E' onesta. Forse la persona più onesta che io abbia mai conosciuto. E anche la meno vigliacca. Ci vuole coraggio ad essere onesti. "Non so cosa fare. Devo partire per Pavia e cercare qualcosa di nuovo, o restare con te, la mia più grande sicurezza?" Spesso capitava. Mi chiedeva aiuto, in ogni situazione. Le dicevo la mia. Che la condividesse o no, la rispettava. Ma questa volta non era così facile. "Fai quello che senti di fare. Sarei troppo di parte." Capisce tutto quello che non le ho detto. Mi bacia. Va via. La gente che mi vedeva immobile su quella panchina per ore, da solo, penso mi prendesse per deficente. Fu l'ultima volta che la vidi. Penso di essere d'accordo con quelle persone, a identificarmi come idiota. Ma per altri motivi. Non si può pensare di amare qualcuno a 13 anni. Non puoi credere che l'amore è eterno. E' stato più traumatico il fatto di essere rimasto solo o di essermi disilluso così facilmente?
Mi chiedo questo mentre i ricordi si accavallano. La paranoia. Ti porta a credere che le cose siano in un certo modo anche dopo che tanto tempo è passato. E a volte ha ragione. "Ci siamo lasciati". Esattamente come l'ultima volta che mi telefonò. E penso di sapere già dove la cosa arriverà. "Ultimamente non riesco più a capirlo. Non so più se mi ama ancora. Non so più cosa provo per lui". Strano. Non era quello che mi aspettavo. Conosco solo un sentimento in cui la passione si mantiene viva anche dopo 10 anni, ed è la vendetta, non l'amore. "Ne sei sicura? Da sempre ho creduto che voi due siete fatti l'uno per l'altro" Mento. Non conosco nemmeno l'altro. E se c'è una cosa che ho sempre creduto è il fatto che io e lei siamo fatti l'uno per l'altra. O eravamo. Attimo di silenzio. Lei ci casca: "L'ho sempre pensato anche io. Lo penso ancora tutt'ora." Lo stesso effetto di una pugnalata al cuore. Io: "E' un inizio. Parti da questo, e saprai di amarlo ancora." Non posso fermarmi. E' una questione di coerenza. Arriva la consuetudine in un momento inaspettato: "A volte mi chiedo come sarebbero le cose se fossi rimasto con te." Il cuore manca un paio di battiti. Anche quando ti aspetti una cosa, gli effetti non sono mai minori. "Non lo sapremo mai. Abbiamo tutti fatto le nostre scelte. Tornare indietro non porta mai a nulla di buono". Amarezza nelle mie parole, al di là della freddezza. La prima è perché questa verità si raggiunge a caro prezzo, la seconda pèerché ho paura. In tutta risposta mi chiede "Ma non ti capita mai di pensarci?" Crollo. "Ogni singolo giorno della mia vita." Lei sospira. "Grazie. Ci sentiamo." Sì... tra altri 5 anni o non appena ti lasci col bellimbusto. 10 anni di fidanzamento, come si fa? "Ciao", le dico. Questo mi fa pensare a molte cose. Le uniche volte che ho risentito la sua voce aveva problemi. Con la scuola, con la famiglia. No. Era quello che voleva farmi credere le altre volte. Era il suo ragazzo il suo problema. E io ogni volta ho fatto in modo che guardasse avanti. Stavolta è andata dritta al punto. E io le ho dato quello di cui aveva bisogno. La certezza di essere stata qualcosa di preponderante nella mia vita.
E adesso torna a tormentarmi. Prima o poi i tormenti finiranno. Uno ogni 5 anni. Non è male come media. Dopotutto... chi vuole vivere per sempre?
Mi sento solo. Adesso ho molte persone attorno a me. Amici, compagni, colleghi, amori. Ma ripenso ad una frase che mi disse Annalisa tanto tempo fa: "Si può essere soli anche in una folla di persone". E' vero.
Ho bisogno di bere...

Un saluto,
e grazie per la costanza.
Prossimamente: meglio un uovo oggi o una gallina domani? Retroscena culturali dell'utilitarismo teorico.