martedì 25 settembre 2007

Effetto Valchiria

Il barista si è lucidato e i sogni sono fatti di negromanti storpi.
Canta come una Banana Twist che si è avvicinata troppo alla costellazione dei loro teschi rasati.
La pioggia di rane è cessata ora tocca a quella di sangue.
Segui le labbra e poi non ci sarò più!
L'intera città era il manto di un cavallo nel bar e potevo vedere quei particolari nei suoi capelli.

domenica 23 settembre 2007

Auguri Gianni!

Come da titolo... auguri Gianni!
E grazie per la mezza sbronza!!!
Altri 5 o 6 di questi giorni!
Auguri!

sabato 22 settembre 2007

Max Payne, o V for Vendetta...

Il tipico vendicatore solitario. L'eroe? No, nient'affatto... c'è poco di eroismo in una vendetta... egoismo, quello si. Forse nient'altro. Ma quando ci vuole, ci vuole... Be', moralmente è sbagliato. Il rancore c'è sempre... se stessimo tutti a vendicarci, saremmo la metà, sulla ridente terra di Dio. Forse staremmo meglio. Ma saremmo la metà. A che serve la vendetta? Per regolare i conti per i torti subiti? No, non regola niente. Genera solo altri nemici. Magari nemici che uno reputa tali, ma che loro non si reputano così nei tuoi confronti... e che dopo questo diventeranno i Nemici, quelli con la N maiuscola... Diciamolo, non si può essere nemici unilateralmente... bisogna che due persone si odino, nemmeno, si reputino nemici l'un l'altro per esserlo. Non basta che uno solo lo pensi. Non è giusto. E' come pugnalare alle spalle qualcuno. Subdolo? Si, decisamente. Ma è da perdenti prendersela con uno che non può, o non sa di dovere, difendersi. Ma sto divagando. La vendetta diventa moralmente accettata quando è necessario che ci sia. Quando qualcuno si dichiara nostro nemico mentre noi non ce lo aspettiamo. O non lo sappiamo. Esempio: se ammazzassero la vostra famiglia, l'unico punto di stabilità del vostro universo, ciò che più amate a questo mondo... e poi scopriste che tutto quello che è stato fatto è dovuto a un caso, un crudele gioco inscenato da colui che muove i fili, l'eterno burattinaio, il Destino... allora la vendetta sarebbe giusta? Dareste tutto quello che avete per saldare il conto? Al punto tale da non poter più vivere senza vendetta? Diverreste una sorta di Edmon Dantès, o conte di Montecristo, pur di farla pagare a coloro che vi hanno condotto in una spirale di odio e rancore? No. La vendetta non è altro che un punto di inizio per altro odio. E quindi? Non si porge l'altra guancia... mai... chi vi ha fatto del male non merita il vostro bene. Non si scappa... ci si ritira strategicamente, ma le cose vanno affrontate. E le si devono affrontare. Non ossessivamente, ma in ogni occasione possibile... tutto va colto affinché possiate regolare i conti; la vendetta deve essere subdola, un grosso sotterfugio. Ma gli altri devono sapere che vi state vendicando. Che avete un conto in sospeso con loro. Altrimenti sarebbe come presentarsi, voi pirati, a una nave mercantile esponendo bandiera bianca e depredandola dopo che loro si sono offerti di aiutarvi... No. Devono sapere a cosa vanno incontro. Devono sapere che li odiate con tutte le forze anche quando si decidono ad aiutarvi. Ed è allora che bisogna colpire. Una sorte che hanno cercato di loro spontanea volontà. E ne sono ben consapevoli. E voi dovete gioire, in quanto pirati che, con le loro intenzioni manifeste, sono riusciti a conquistare la nave senza dover abbordarla.
O altrimenti, attaccare con tutte le vostre forze. Senza scadere nell'ossessione, ma nella pragmatica preparazione. Non votatevi alla vendetta, vivetela. Il caro, vecchio V... Lui altri non è che un fantasma, un avatar, una manifestazione della Vendetta. Rinuncereste a quello che ha rinunciato lui, per vendicarvi? Come Dantès, lui vive della sua vendetta. Ma mentre il primo trova il motivo di continuare a vivere, lui muore nella sua rivalsa. E' vero, il primo è, nonostante il relativo anacronismo, inserito nell'ambiente in cui si muove. Il secondo altri non è che un fantasma, che nella vendetta trova nutrimento, riposo e determinazione, al termine della quale sarebbe impensabile per lui sopravvivere. Una sorta di corda scordata, che è lì per far capire a tutti che il concerto non può andare avanti. Ma viene accordata. O, in questo caso, strappata, per mostrare la corruzione del concerto. E cambiarlo. E tornare a suonare la melodia.
Ma il punto è: cos'è la vendetta, se non manifestazione di puro egoismo, di presa di posizione nei confronti del mondo? Perché distruggiamo le vite di tanti altri, solo per il gusto di volerne distruggere una?
Ma guarda te se sono cose da pensare all'una e venti del mattino....
In fede,
Seph

domenica 16 settembre 2007

Sbronza D&D

Davanti a 4 bottiglie di Jack Daniels, con rispettivi bicchieri stile cicchetto, i nostri eroi sono disposti intorno al tavolo, a parlare del più e del meno...
Eto': Mirri, la mia collega di corso, è proprio il massimo... ha due tette enormi, vi dico... enormi!
Decker: Si capo, sappiamo il tuo amore per le tette... - beve un sorso - l'ultima era così piatta da invidiare una tavola da surf...
Rusty, dopo aver scolato un bicchiere: ehehehehe... già, davvero... cosa ci trovavi in lei?
Eto': Era intelligente... - beve un sorso - Ahahahahahaha - scoppia a ridere - ma che ne so, mi piaceva...
Rusty: Bha, sempre il solito coglione...
Decker: Be', pensieri per il futuro, capo?
Eto': Uhm, ho intravisto una tipa... le ho parlato solo un paio di volte, ma mi sono già innamorato...
Decker: Ahaha... il solito frocione! Dopo la prima scopata l'avrai già dimenticata!
Eto': Non ti permetto di dire queste cose!! - Si getta addosso a Decker, ma sbatte la testa sull'armatura, rovescia il tavolo e sviene.
Rusty, salvando due bottiglie: Che capo idiota... bha, si innamora troppo facilmente... però fa tenerezza...
Decker: Già, chissà cosa ci trovano le donne in lui...
Rusty: Secondo me, niente... è troppo imbecille...
Decker: Si... queste scoliamocele noi due, comunque...
Rusty: Ti voglio bene, Decker...

sabato 15 settembre 2007

Simpsons: The movie

Ho riso per 90 minuti. E' un capolavoro, non un film... si, ok... la storia è scontata, ma le battute sono oltre... I creatori sono dei geni!!! E poi potete vedere i Greenday versione simpsoniana, oltre al mitico maiale (Spiderpork, aka Harry Plopper)!
Stupendo...
Al di là di tutto, ho incontrato il fratello di Silvio, Raffaele, con cui ho pariato tutta la serata...
E Enza, amica di Barbara, amica di Raffaele, amica di Laura (e chi cazz e'?), con cui mi sono divertito un mondo... ragazza simpaticissima, con cui fa piacere parlare... se non fosse iscritta a matematica un pensierino ce lo farei... :P Scherzo, nonostante sia molto carina, mi ha fatto molto piacere divertirmi con lei, birre permettendo :D spero di ripetere la cosa quanto prima, non mi divertivo tanto da secoli!
Vale,
Sephi

venerdì 14 settembre 2007

Iris

Dopo un paio di birre, le canzoni che ascolti in macchina hanno un significato più profondo...

And I'd give up forever to touch you,
Cause I know that you feel me somehow.
You're the closest to heaven that I'll ever be,
And I don't want to go home right now.

And all I can taste is this moment,
And all I can breathe is your life,
And sooner or later it's over,
I just don't want to miss you tonight.

And I don't want the world to see me,
Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And you cant fight the tears that ain't coming,
Or the moment of the truth in your lies.
When everything feels like the movies,
Yeah you bleed just to know you're alive.

And I don't want the world to see me,
'Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And I don't want the world to see me,
Cause I don't think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.

And I don't want the world to see me,
Cause I dont think that they'd understand.
When everything's made to be broken,
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.
I just want you to know who I am.

Tradotto liberamente: molto...

E rinuncio per sempre a toccarti,
perché so che mi senti in qualche modo.
Sei più vicina al cielo di quanto io sia mai,
e non voglio andare a casa proprio ora.

E tutto quello che posso assaggiare è questo momento,
e tutto quello che posso respirare è la tua vita,
e presto o tardi è finita,
e non voglio che tu mi manchi stanotte.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non puoi lottare contro le lacrime che arrivano,
o sull'attimo di verità nelle tue bugie.
Quando tutto sembra un film,
Si, sanguini solo per sapere di essere vivo.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.

E non voglio che il mondo mi veda,
perché non penso che mi potrà capire.
Quando tutto è fatto per essere distrutto,
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.
voglio solo che tu sappia chi sono.

Questa canzone la dedico a due persone... una è quella che mi sta facendo compagnia su MSN in preda a una sbronza... l'altra è la persona a cui ho ahimè dedicato il primo post di questo blog, per farle e farmi rendere conto che non nutro nient'altro per lei che pura sconfitta.
Farewell...

giovedì 13 settembre 2007

Cthulhu sta chiamando...

Personale reinterpretazione di una partita a 'Il richiamo di Cthulhu' di qualche annetto fa... Mai divertito tanto come allora.

Personaggi:
Jack Payne. Io. Diciamo che ero nel periodo di dipendenza a Max Payne e ho chiamato di conseguenza il personaggio. Un ingegnere decisamente ricco, per cui il vizio dei viaggi e dell'occulto lo porta in Tibet, in un monastero alla ricerca di antichi reperti, con il suo amico archeologo ultrasettantenne. Razionale e materialista, scoprirà che le sue convinzioni saranno un attimino sconvolte dopo la sua piccola avventura.
Victor Jeremis Newcastle. Personaggio di Matteo, un simpatico vecchino di 75 anni che si diletta nell'archeologia. La sua sete di sapere, e la brama di scoprire tesori come un tempo, lo portano in Tibet a visitare monasteri. E a scoprire cose di cui è meglio essere all'oscuro.
Anthony Belloth. Il personaggio di Antonio, un pilota americano di aerei che fa parte dell'ambasciata americana in Tibet. Lo incontriamo durante i nostri viaggi, e scopriamo che si interessa alle nostre storie; lo portiamo con noi!

La storia finora.
Jack e Victor sono giunti in Tibet con lo scopo di scoprire segreti e antichi reperti. Una rapida esplorazione porta a scoprire una setta di adoratori di divinità aliene e malvagie nei sotterranei, e i nostri eroi rimangono coinvolti nel rito di evocazione di uno di loro. La fuga è rocambolesca, la divinita zoomorfa (immaginate un grosso elefante indiano con 6 braccia, varia bigiotteria, che cammina eretto e con la proboscide succhia la tua linfa vitale) ci insegue... svoltato l'ultimo angolo giungiamo a un dirupo. Una rapida occhiata ci fa scoprire un piccolo cunicolo poco più in basso. In fretta e furia, io e il vecchiardo ci caliamo per insinuarci nell'unica via di salvezza disponibile. Il vegliardo riesce a entrare, mentre la proboscide della divinità mi afferra le braccia prima che io possa fare lo stesso. Dolore lancinante, ma il mio compagno riesce a farmi entrare nel cunicolo e a salvarmi. Trasalgo vedendo le mie braccia ridotte a poco più che lividi arti disidratati, simili a rami. Impazzisco. Catatonizzo nel cunicolo e al termine dell'attacco divento schizofrenico, con altre due personalità oltre la mia: una violenta, sullo stile ubriacone rissoso, ma con un tocco di paranoia, un'altra un vecchio arteriosclerotico. Grazie a un incantesimo di Guarigione trovato tra gli antichi documenti del monastero, Victor mi guarisce, e ci incamminiamo nel cunicolo, per sfociare in mezzo alla neve qualche ora dopo. Una città non è molto lontana, e mentre ci avviciniamo incontriamo Anthony, a cui raccontiamo la nostra storia e che si offre di riportarci a casa. Se non fosse per alcuni piccoli problemini dovuti alla coesistenza di molta gente in me... La scena si svolge in un pianoro a circa mezza giornata di cammino dalla città. Il biplano di Anthony si sta riscaldando per partire.

Victor: Bene, ragazzo, prepariamoci per tornare a casa. Devo infinitamente ringraziarti per il lavoro che stai facendo. Non è vero, Jack?
Jack (versione violenta): Brutto stronzo di merda, stai cercando di fregarci, vero?!! Adesso ci porterai dai tuoi amici che ci faranno la festa!!!
Anthony, perplesso: Prego?!
Jack (versione violenta): SEI UN BASTARDO!!!! - Gli salta addosso con i pugni levati.
Jack (versione arteriosclerotica): Ahi la schiena... Giovinotto, cosa ci fa sotto di me? - Rivolto ad Anthony, in atto di difendersi dai probabili cazzotti.
Anthony, ancor più perplesso, si rialza e rivolto a Victor: Ma che ha?
Victor: Ah, nulla... ogni tanto gli succede...
Anthony: Ma è un pazzo maniaco?!!
Victor: Nha, solo un po' pazzo... maniaco non mi pare...
Anthony: ...
Jack (versione normale), si rialza: Ehm, che aspettiamo a partire?
Victor: Si si, ora andiamo. Anthony...
Anthony, un attimino sconcertato: Be', con tutto quello che avete passato... ora partiamo...
Jack(versione violenta), gli corre dietro urlando: NON MI AVRAIIIIII!!!!!!
Anthony si accorge dell'aggressore e schiva il suo calcio: Ma... ma...
Jack (versione violenta): Sei uno di loro!!! Ti ho riconosciuto!!!! - Gli sferra un pugno diretto al naso.
Anthony, schivando il pugno lo mette a terra con una simpatica arte marziale. Rivolto a Victor: Credo sia meglio legarlo...
Victor: Concordo.
Jack(versione arteriosclerotica): Mi scusi, mi sta facendo male, le mie povere ossa! Si può spostare per favore...
Anthony: Oddio... ma è normale che parli come un vecchio? Senza offesa, eh...
Victor: Si figuri... comunque no, non è normale. Però è bravo...
Jack(versione arteriosclerotica): Gioventù, perfavore scostatevi. La schiena mi fa male...
Anthony: Uhm - Allenta un secondo la presa.
Jack(versione violenta): AAAAAAAAAAAAAAH! - Colpisce con una testata il volto di Anthony.
Anthony: ARGH! Che male!!
Victor, sospira. Estrae la pistola.
Jack(versione violenta), mentre si sta per gettare addosso a Anthony: Muori maledetto!!!
Per il pianoro si sentono due spari. Entrambe le ginocchia di Jack sanguinano.
Jack(versione normale), urlando dal dolore: AAAAAAAAH!! AAAAHH!
Anthony: Grazie, dottore...
Victor: Presto leghiamolo... faremo i conti a casa...
Jack(versione violenta): E' UNA CONGIURA!!! VI AMMAZZO!! VI AMMAZZO! VI AMM.... umpf... mmf... - Il bavaglio di fortuna copre le imprecazioni di Jack.
Anthony lo carica sull'aereo e il gruppo prende il volo. Cos'altro dovranno affrontare i nostri eroi?

Bene, questo sclerotico siparietto è da imputare al master che mi faceva cambiare personalità 3 o 4 volte al minuto.. E' stato stressante cercare di gestirle tutte. Però mi sono divertito. Gli altri 2 un po' meno, come si è visto sono giunti a mezzi poco ortodossi... Le mie povere ginocchia... Sigh...

Un saluto
Seph

lunedì 10 settembre 2007

Shrek III

Dopo la pausa febbre di ieri, stasera abbiamo assistito a Shrek III.
Diciamo che l'aspettativa per questo film era decisamente alta. Dopo essermi aspettato un film orrendo con il secondo capitolo, e scoprendo che in realtà era magnifico, ero davvero curioso di vedere il seguito. Ma la delusione c'è stata questa volta. E' vero, molte battute sono ben studiate, molto divertenti, ma rasentano il già visto. Alcune sono banali. Altre solo decisamente idiote. Alcune mi hanno fatto anche ridere. Ma poche. Ma andiamo con ordine:

la trama. Se nel primo capitolo la storia era intrigante, una fiaba con un simpatico capovolgimento di ruoli, con un anti-eroe carismatico (ma dove?) e interessante, e nel secondo una trama relativamente banale faceva da sfondo a battute argute e situazioni divertenti, in questo capitolo, come nel secondo, una storia decisamente lineare è il pretesto per clichè a cui il film precedente ci aveva già abituati.

la grafica. Su questo punto, bisogna dire che la Dream Works ha compiuto un lavoro sublime. Il primo Shrek era un capolavoro per gli standard di quegli anni (dopotutto fu proprio con quel film che la Disney scoprì come sua prima rivale in computer grafica il sopraccitato team), e la grafica venne ancora migliorata col precedente capitolo. Ma in questo terzo il miglioramento è ancora più evidente. Stupendi gli effetti di acqua, fuoco, sabbia, le evanescenze e i vari shader di capelli e pelo. I personaggi sono stati ancora più dettagliati, e le movenze rese ancora più accurate. Ottima la realizzazione di ambienti e sfondi, e in quasi ogni scena ci sono citazioni più o meno famose.

i personaggi. Di nuovi personaggi ce ne sono davvero pochi rispetto ai primi due. Se col primo si allestiva la vicenda, e col secondo si popolava il mondo, con il terzo non si fa altro che muovere i fili di quello che è stato già costruito. Magari con qualche personaggio di secondo piano portato a co-protagonista. I loro caratteri sono rimasti pressoché uguali, Shrek è sempre scontroso, Fiona è ancora l'orchessa burbera e romantica di un tempo, Ciuchino l'allegro scassamaroni petulante di una volta. Stupendi i figli di quest ultimo e della draghessa (pucciosi al punto giusto *.*). Tra i nuovi volti abbiamo Artie, il tipico sfigato che trova se stesso alla fine dell'avventura, e l'arteriosclerotico Merlino, che ho amato fin dalla prima apparizione (*_*). Come nelle favole, anche qui i loro caratteri sono lineari e privi di profondità, eccezion fatta per il nostro eroe-antieroe-protagonista, ma questa profondità è fittizia e vi eravamo già abituati. Dopotutto cosa pretendete da una commedia senza impegno e non troppo eticamente corretta? O.o

i dialoghi. Ah, se avete amato i dialoghi dei precedenti due film, apprezzerete anche questi. Le battute sono, o dovrebbero essere, il punto di forza del film, quindi sono particolarmente curate, ben congeniate, se non fossero, come già ripetuto ampiamente, decisamente poco originali!

il doppiaggio. Buono, ottimo lavoro come al solito. Ma ho odiato questo film, PERCHE' HANNO CAMBIATO IL DOPPIATORE DEL GATTO CON GLI STIVALI?!!!!! Che vi ha fatto il caro Massimo Rossi (quello di "En Gard!", per intenderci)? Ci avete messo un magrebino che biascica le parole, per Dio! ç_ç come? Il magrebino è Banderas? Ah! E lo pagate pure profumatamente?!!!

In sostanza, il film è godibile... ma non aspettatevi granché. Voto, 6 +. E il più è per simpatia :)

In fede,
Seph

Next: Full Metal Alchemist, manga o stile di vita? (e sono 2).

sabato 8 settembre 2007

Sclero notturno

- E' ridicolo. - Sentenziò Seppho. - Insomma, è passato così tanto tempo. Per la miseria, non puoi farti fregare da cose del genere! E' improduttivo!
- Uff... tu non mi capisci - Rispose Fra. Sempre a buttarla sul nostalgico. - Non puoi razionalizzare la cosa. I sentimenti sono sentimenti!
- Ma quali sentimenti? Se per la maggior parte della tua vita sei stato un cinico di merda?! - Zoro era sempre poco propenso alla pietà.
- Per la miseria, se spesso riesco a trattenere le mie emozioni, non vuol dire che non ne ho! - Fra, sempre obiettando.
- Senti, le poche volte che ti ho visto essere umano era quando avevi bevuto una birra di troppo... - a volte Vash ha ragione. E quella fu una di quelle.
- Ma che colpa ne ho io?! L'unico mio errore è stato non essere freddo fino in fondo! - rispose Fra.
- Già. Ed è giusto che tu ne paghi le conseguenze. - disse Zoro.
- Decisamente. Così impari a fare il cinico quando meno ne hai bisogno. - Aggiunse Vash.
- Sei una delusione. - Completò Seppho.
- Avete ragione. La colpa è mia. Dannazione, ma quanti siamo qui dentro?!! - azzardò Fra.
La frase lasciò tutti senza parole.
Buonanotte!

venerdì 7 settembre 2007

Festa di Machi!

O era Maki? Non ho mai imparato a scriverlo :\
Vabbè, Maria Chiara. Piccola festicciola tra pochi intimi, che poi erano abbastanza e anche non tanto intimi... Viaggio da skifo: piove, i vetri mi si appannano, traffico, lampi e tuoni. Un'ora e 10 minuti per compiere un viaggio di mezz'ora. Scendiamo nei pressi e ci becchiamo il meglio della pioggia di ieri (e ti pareva... ). L'ombrello sotto cui ci mettiamo, dopo i primi due passi si capota (e ti pareva anche questo...). Insomma, per farla breve, arriviamo talmente inzuppati da lei che quando le diciamo auguri risponde: "Grazie, ma non mi toccate!". Ci riponiamo ad asciugare vicino al buffet (il ritardo ci ha precluso ogni posto a sedere :|), ma fortunatamente siamo i primi ad usufruire dell'aperitivo. Con la tipica manovra Skanderbelg, o mossa Kansas-City, vado a scambiare due chiacchiere con la festeggiata, casualmente sita vicino ai divani, mentre gli occupanti erano andati al buffet. Grave errore. In meno di 3 secondi, 20 di noi monopolizzano i divani. E in meno di 5 avevamo già stabilito le turnazioni per prendere vivande al buffet in modo da non farci fregare i posti. Discorsi vari. Mi improvviso fotografo e comincio a immortalare gentaglia varia (Maki se stai leggendo, passami le foto! >.<). Faccio questo per una buona mezz'ora, e devo ammettere che un paio sono venute anche discretamente bene :D
Arriva la birra. Capisco che non è un granchè per sbronzarsi quando, dopo 6 bicchieri, mi sento solo alquanto gonfio. Il resto della festa va avanti tra chiacchierate e chiacchiericcio. Dopo la torta avviso gli altri di correre via immediatamente, causa problemi con lo stomaco, che comunque riesco a trattenere fino al bagno di casa, dove vomito anche il pranzo di Natale. Un paio di pillole e tutto torna come prima, se non fosse che mi sento un tantino affamato.
Ah, ho conosciuto un po' di gente alla festa, tra amici, colleghi e parenti di Maki, tra i quali menziono:
- Annarita, con la quale mi sono divertito un casino a parlare del più, del meno e anche di cose semi-serie.
- Un tipo che sta a informatica, con cui ho parlato in particolare di... be'... informatica... e al quale molto bellamente non ho chiesto il nome :\
- Due amiche di Maki che hanno preteso una foto particolare per cercare di compensare la differenza di altezza tra loro... ah, la gente vanitosa...

Serata divertente, all'insegna del ritrovarsi (gran parte delle persone del gruppetto sono gli amici del mare di Emanuele, che per proprietà transitiva sono diventati anche i miei!), e mi ha fatto molto piacere rivederli tutti. Unico neo, Andrea che ci da' il pacco appena ci stiamo per avviare, causa apertura conceria (dannato pellettiere :D).

Un saluto,
Valentino della Criniera Tuingerke Sisifo van Clif Boiler Efestione Gambadilegno Blue Eyes Stradivari Kaisersoze Pier Tarantino Andreas Charton detto anche Dolores Gamera George Moss Ivanovic Baldius... per gli amici Zima il Possente.


Next: Full Metal Alchemist, manga o stile di vita?

...

Ho troppo sonno per scrivere... se ne parla domani...
Wa manco 2 giorni di blog e già rimando le cose... :\

giovedì 6 settembre 2007

Remember, remember...

...the fifth of September. Ok nn era proprio così, ma la citazione di V for Vendemmia mi è venuta spontanea. Cosa dire di questa giornata? Eventi salienti:
- Sveglia dopo una notte insonne (ci può essere sveglia se nn hai dormito? :S), stordimento da sonno, anche se il sonno non c'è stato. Partitina a Zelda, quando nel mentre ricordo le parole di mio zio, stile fantasma amletico: "Chiama per fissare il colloquio di lavoro, chiama per fissare il colloquio di lavoro...". Porc... vabbè... telefono, appuntamento fissato per domani. Va bene. Riprendo Zelda.
- Chattata su MSN con amici (e amiche ;) ), più che altro gente se mi chiede se va tutto bene causa post di ieri. Non preoccupatevi, fortunatamente o purtroppo (fate voi) non muoio per così poco. Sistemazione blog nel mentre. Quanto adoro le fiamme...
- Studio!
- Piccolo salto in fumetteria, partitina a Magic e rotta al monumento a cercare compagnia :D un bel po' di gente, appena arrivo vedo Angelo e Peppe 'hip-hop' (nome quanto mai azzeccato per quello che è riuscito a fare sul tappetino nonostante fosse un nabbo :P) che scendono dalla macchina giusto davanti il monumento e mi infratto con loro mentre saluto la solita banda, che ha recuperato alcuni elementi dopo l'assenza estiva. L'atmosfera è sempre la stessa, spensieratezza e voglia di divertirsi (e l'effetto era molto più accentuato dal contrasto con un gruppo di simpatici EMO sulle gradinate, che non mangiavano un'emozione nemmeno se gliela imboccavi). Resto un po' con loro, ogni tanto parlo, ma per lo più ascolto. Mi piace ascoltare le persone, anche se a volte finisco a farlo anche quando non è più il caso :\. Dopo un po' torno a casa. Brutto non avere un mezzo di trasporto ausiliario ed essere limitato con gli orari pomeridiani. Promemoria: comprare una moto.
- Cena. Strano a dirsi, mia sorella ha cucinato! O.o capisco perché ha piovuto...
- Serata. Mi trovo imbucato a casa di Gianluca (naturalmente lui non si fa alcun problema per questo, anzi :D). Tappetino per danzare collegato alla Playstation. E' finita. Valeria, Angelo, Martina, Pepp'hip-hop e me medesimo cominciamo a saltellare vivacemente. Grandi risultati per Valeria (ma non vale, lo sapeva già usare!) e Angelo. Peppe hip-hop invece se la cava benissimo, nonostante l'invalidità a un arto superiore. La mia performance è da manuale (sotto la voce: "Come non si usa"), ma qualcuno fa peggio di me: Martina riesce a mancare più della metà dei passi (ghgh), ma era scusata dal fatto che ogni tanto cercavano di lanciarle pezzi di ghiaccio giù per la scollatura. In compenso il tappetino è fantastico, ed è divertentissimo da usare. Un giorno lo dovrò usare per giocare a Metal Gear. Dopo un po' vado ad ascoltare le prove del gruppo, anche se arrivo praticamente alla fine: devo dire che per quel poco che ho sentito se la sono cavati egregiamente! Non vedo l'ora di riascoltarli alla notte bianca - speriamo. In tutto questo, noto anche Nicola che sta suonando, e ne approfittiamo per nerdiare un po' parlando di stregoni, uomini-lucertola e ambientazioni steam-punk. Altri 10 minuti e poi, tutti a casa!

Be', mi sono limitato a descrivere come sono andate le cose in maniera (credo) abbastanza obiettiva. Dopo il surplus introspettivo di ieri direi che un po' di riservatezza posso anche concedermela (o è solo la solita chiusura a riccio dopo uno shock?). Alla fine mi sono divertito moltissimo in serata, spero di poterlo rifare presto. Il resto della giornata è andato relativamente bene, a parte i tormenti vari, che si sono un po' mitigati. Be', la birra è finita, e io ho sonno... riuscirà il nostro eroe a chiudere occhio stanotte? Stavolta sono venuto preparato... una bella botta in testa e passa la paura.

Parentesi pratica sull'utilitarismo teorico:
per mantenere la promessa, scriverò dell'utilitarismo teorico e dei suoi simpatici retroscena culturali. Per utilitarismo si intende identificare come giusto ciò che porta felicità all'individuo. In pratica, se stuprare le donne, razziare i villaggi e schiacciare i nemici, tanto per citare il buon vecchio Conan, mi fa piacere, è giusto che io lo faccia. Per teorico intendiamo la speculazione su questo pensiero. Adesso... utilitarismo teorico in sostanza è parlare e basta di ciò che ci rende felici. Questo ci rende poi davvero così felici? Se sì, siete dei pipponi mentali. Se no, bevete un altro goccio di alcool e rispondete nuovamente alla domanda. Qualora la risposta fosse "Solo il mercoledì", bravi! avete capito tutto nella vita!

PS: l'autore declina ogni responsabilità sull'uso improprio di termini prettamente filosofici riletti in chiave relativamente comica. Inoltre l'alcool giustifica lo scempio ivi commesso.

Un saluto
Seph

mercoledì 5 settembre 2007

Promesse non mantenute

Sono costernato di non poter tenere fede alla mia parola di scrivere sull'utilitarismo teorico e i suoi retroscena culturali... o almeno non lo farò adesso.
La colpa è di un cazzo di grillo che sta lì, fuori dalla finestra, a diffondere la sua melodia. In attesa che arrivi il carico di insetto-coleottericida radioattivo al plutonio fermentato, sclero un altro po' sul blog (che figata!).
Allora... dopo lo sfogo inaugurale, sono andato da Prisco causa etanolo. Be', diciamo un po' in ritardo a causa dello sfogo, ma il caro vecchio Rand non me l'ha fatto pesare. Discorsi da nerd su quanto siano sgravi i Treasure-hunter, sul boss finale di Zelda: Twilight Princess e sulle 4 ore e mezza per abbatterlo, le solite cose... Telefona Matteo, che mi dice di aver letto il mio blog (wa, uno che se l'è letto tutto) e mi chiede se voglio fare quattro chiacchiere in nottata. Incuriositosi il Prisco, gli spiego la storia (se volete conoscerla anche voi, rileggetevi il post precedente, o cercate un riassunto su Google inserendo "frociotestadicazzo", con tacito assenso del Dott. Drum) e ci troviamo a parlare dei vecchi tempi. Be', davvero molto vecchi, visto che avevo poco più di 10 anni quando l'ho incontrato e piangevo per una partita persa a Hero Quest :D
Sconvolgenti questi retroscena... A ogni modo riporto il Rand a casa e passo a prendere i Notarbartolo Bros per recarci da Matteo. Una volta lì discutiamo della situazione, degli accadimenti passati e futuri, divaghiamo, ridiamo, scherziamo. Bella serata, mi ci voleva.
Approfitto del grillo per ringraziare tutti.
Anzi, visto che ultimamente ringrazio troppe persone, ritiro i ringraziamenti.
Il carico ritarda... lo aspetterò leggendo un altro paio di capitoli del Pendolo di Focault, e pregustando l'agonia del grillo *;...;*

martedì 4 settembre 2007

Fantasmi del passato

E' curioso. Ogni volta che tendi di chiudere un capitolo della tua vita, di andare avanti, ogni volta che finalmente ci riesci, il passato torna a tormentarti. Non volevo cominciare questo blog con un post da EMO, ma purtroppo penso che dovrò farlo... ho bisogno di sfogarmi e un pezzo di carta è la soluzione migliore. Il passato ritorna, dicevo, e lo fa in maniera subdola, infame, come se la sua ragione di esistere è farsi vivo il momento in cui tu più sei vulnerabile. E psicolabile. E psicopatico.
E' accaduto tutto questa sera. Dopo una piacevole giornata tra amici, sulla strada del ritorno il cellulare squilla. Numero privato. Che a casa si siano accorti che manco dalle 11 di mattina? "Pronto", una voce familiare. Non la riconosco, ma una reazione spontanea mi chiude lo stomaco. "Si?" rispondo con un fil di voce, senza nemmeno sapere perché. "Ti ricordi chi sono?". La stessa frase che ho sentito altre volte. Capisco. "Come faccio a dimenticarmi di te?". Non c'è patetismo nella voce. Nemmeno secondi fini. Semplicemente è vero. Il tempo cancella le cose che uno vuole. E io non volevo che cancellasse lei. Lei ride. Semplice coscienza di avermi o solo una risatina di intesa? Troppo poco tempo per pensarci. "Come va?". Adesso, se dopo un lustro in cui non hai sentito una persona (era il 24 Dicembre 2002, lo ricordo come se fosse ieri), questa ti domanda come va, qualcosa ci deve essere sotto. "Bene...". Non più, vorrei dire. Mi trattengo. "A cosa devo la chiamata?". Vado dritto al punto. "Volevo sentirti". C'è davvero qualcosa sotto. E fa male. "Ah, capisco. Be', ti rigiro la domanda... Come va?". Ho paura di sentire la risposta. "Non bene", fa lei. "Ah!" fingo imbarazzo. Insisti, ragazzo. "Che succede?". Lei: "No, è un brutto periodo per me... ultimamente non mi va mai bene niente". Stesso presentimento di mezzo decennio fa. Il problema lo conosco già: "Anche con lui non sta andando più bene." Facile. Anche dopo 5 anni hai la sicurezza che le cose non cambiano mai. O forse è solo la tua paranoia che si apre la strada tra le viscere chiedendo di essere ascoltata, e non riesce a trattenere un grido di esultanza quando scopre di aver ragione. Ma l'esultanza della paranoia non è mai dolce.
Un regista con un minimo di serietà ci metterebbe un flashback. Non mi sono mai reputato serio. Non mi sono mai reputato un regista. Ma davanti ai miei occhi passano i ricordi: quel parchetto. La panchina dove sedevamo con tutto il gruppo, che ora vede solo me e lei. "Ti amo." lei. Lo sapevo. "Ma non sei la sola persona che credo di amare." La verità. E' onesta. Forse la persona più onesta che io abbia mai conosciuto. E anche la meno vigliacca. Ci vuole coraggio ad essere onesti. "Non so cosa fare. Devo partire per Pavia e cercare qualcosa di nuovo, o restare con te, la mia più grande sicurezza?" Spesso capitava. Mi chiedeva aiuto, in ogni situazione. Le dicevo la mia. Che la condividesse o no, la rispettava. Ma questa volta non era così facile. "Fai quello che senti di fare. Sarei troppo di parte." Capisce tutto quello che non le ho detto. Mi bacia. Va via. La gente che mi vedeva immobile su quella panchina per ore, da solo, penso mi prendesse per deficente. Fu l'ultima volta che la vidi. Penso di essere d'accordo con quelle persone, a identificarmi come idiota. Ma per altri motivi. Non si può pensare di amare qualcuno a 13 anni. Non puoi credere che l'amore è eterno. E' stato più traumatico il fatto di essere rimasto solo o di essermi disilluso così facilmente?
Mi chiedo questo mentre i ricordi si accavallano. La paranoia. Ti porta a credere che le cose siano in un certo modo anche dopo che tanto tempo è passato. E a volte ha ragione. "Ci siamo lasciati". Esattamente come l'ultima volta che mi telefonò. E penso di sapere già dove la cosa arriverà. "Ultimamente non riesco più a capirlo. Non so più se mi ama ancora. Non so più cosa provo per lui". Strano. Non era quello che mi aspettavo. Conosco solo un sentimento in cui la passione si mantiene viva anche dopo 10 anni, ed è la vendetta, non l'amore. "Ne sei sicura? Da sempre ho creduto che voi due siete fatti l'uno per l'altro" Mento. Non conosco nemmeno l'altro. E se c'è una cosa che ho sempre creduto è il fatto che io e lei siamo fatti l'uno per l'altra. O eravamo. Attimo di silenzio. Lei ci casca: "L'ho sempre pensato anche io. Lo penso ancora tutt'ora." Lo stesso effetto di una pugnalata al cuore. Io: "E' un inizio. Parti da questo, e saprai di amarlo ancora." Non posso fermarmi. E' una questione di coerenza. Arriva la consuetudine in un momento inaspettato: "A volte mi chiedo come sarebbero le cose se fossi rimasto con te." Il cuore manca un paio di battiti. Anche quando ti aspetti una cosa, gli effetti non sono mai minori. "Non lo sapremo mai. Abbiamo tutti fatto le nostre scelte. Tornare indietro non porta mai a nulla di buono". Amarezza nelle mie parole, al di là della freddezza. La prima è perché questa verità si raggiunge a caro prezzo, la seconda pèerché ho paura. In tutta risposta mi chiede "Ma non ti capita mai di pensarci?" Crollo. "Ogni singolo giorno della mia vita." Lei sospira. "Grazie. Ci sentiamo." Sì... tra altri 5 anni o non appena ti lasci col bellimbusto. 10 anni di fidanzamento, come si fa? "Ciao", le dico. Questo mi fa pensare a molte cose. Le uniche volte che ho risentito la sua voce aveva problemi. Con la scuola, con la famiglia. No. Era quello che voleva farmi credere le altre volte. Era il suo ragazzo il suo problema. E io ogni volta ho fatto in modo che guardasse avanti. Stavolta è andata dritta al punto. E io le ho dato quello di cui aveva bisogno. La certezza di essere stata qualcosa di preponderante nella mia vita.
E adesso torna a tormentarmi. Prima o poi i tormenti finiranno. Uno ogni 5 anni. Non è male come media. Dopotutto... chi vuole vivere per sempre?
Mi sento solo. Adesso ho molte persone attorno a me. Amici, compagni, colleghi, amori. Ma ripenso ad una frase che mi disse Annalisa tanto tempo fa: "Si può essere soli anche in una folla di persone". E' vero.
Ho bisogno di bere...

Un saluto,
e grazie per la costanza.
Prossimamente: meglio un uovo oggi o una gallina domani? Retroscena culturali dell'utilitarismo teorico.