mercoledì 26 dicembre 2007

Natale 2k7

Ed un altro Natale è passato...
Tre anni fa, in giro con gli amici. Una birra ad un pub e poi tutti a casa.
Due anni fa, a casa con i parenti. Qualche sms di auguri.
L'anno scorso, sbattuto fuori casa di Daly, perché mi voleva bene.
E quest'anno. Pranzo dai parenti, con parentesi bricolage per aggiustare una persiana e rovinare la camicia bianca, poi a controllare come andava un computer. Serata a giocare a D&D, fino alle 2:00. Una mangiata al Tequila, fino alle tre di notte. Perché il cenone e il pranzo di Natale non bastavano. Poi in piazza a fumare carciofi. Una partita al bingo (lo giuro, io mi sarei sempre opposto...) che non c'è mai stata, causa traslochi in culo al mondo. E poi a casa.
Cazzo, direi che o sono diventato più prolisso con le descrizioni, o ultimamente sto trovando molto più da fare. Il senso costante di vuoto se n'è andato, e sentirsi meno EMO fa bene. Certo, ci sono persone o cose che avresti voluto rimanessero al di là di tutto, ma - al diavolo! - la vita continua, e lasciarsi le cose dietro fa parte del gioco.
Personalmente, preferisco così. E' bello avere più cose da raccontare, o forse avere solo un posto dove farlo.
A conti fatti le cose non è che vadano meglio. Le persone con cui ami parlare sono sempre poche, e quando si trovano sono sempre troppo lontane, letteralmente o figurativamente, ma - occhei, mi ripeterò - fa parte del gioco.
Però, ultimamente ho più voglia di giocare. L'accidia mi sta abbandonando sul serio, o ha deciso di farmi apprezzare ancora un altro po' quanto si stia meglio senza. Grazie, approfitto volentieri.
E se il mondo va a rotoli, non è detto che a te debba per forza andare così.
Porca troia, avrei una foto in mente da mettere qui, scattatami tanti anni fa mentre avevo un cappello di Babbo Natale e sorridevo stile "The Jolly Joker" delle carte Dal Negro. Purtroppo non ho mai avuto l'occasione di averla tra le mani, e mi dispiace non poter condividere il mio - a scelta - bel faccino o brutto grugno. Peccato.
Ma sto divagando. E' Natale. E a Natale siamo tutti più buoni, o è solo la pubblicità a farcelo credere. Ma, a parte tutto, in questo Natale mi sono divertito. Amen.
E buone vacanze.

giovedì 6 dicembre 2007

Tra sogno e veglia

E' tardi. Fin troppo. I suoni della televisione accesa nella camera dei tuoi, un paio di stanze più in là, ti giungono ovattati, come un lamento di un fantasma che chiede vendetta nella notte. Ti rigiri tra le lenzuola, e non riesci a prendere sonno. Forse che il signore del sogno, che per tanto tempo hai cercato di rifuggire per non fare in modo che ti proponesse dolci ricordi dai quali a malincuore saresti voluto svegliarti, adesso ti ripudi esulandoti dalla sua terra? Ti rigiri ancora nelle lenzuola, sentendo il tuo respiro attraverso il guanciale. Nella veglia, il tuo cervello comincia a pensare senza freni. Vedi chiaramente spezzoni del tuo passato, di quello che stai passando. di quello che forse un giorno passerai, o desidereresti passare. Ti passa davanti ogni parola che hai detto, che avresti voluto dire, tu, nomade, anelando a qualcosa che porti via una volta per tutte quest'inquietudine. Invano. E continui a pensare. Vedi come ogni cosa sia stata costruita, di quanto il fato non sia che un intreccio di eventi che ti portano dove sei, di come avresti potuto prevederli nelle tue fantasie più sfrenate, di come la realtà abbia trovato modo per deriderti attuandosi in una delle strade che non avresti mai pensato di percorrere. Ma così è, e bisogna accettarlo.
Il lamento del fantasma si fa più insistente, si realizza in qualcosa che mette in moto la tua mente. La pubblicità della Calzedonia, il suo sottofondo "She's always a woman to me" da' modo ai tuoi tormenti di ritornare. In un attimo immagini dozzine di persone che a questa canzone potrebbero donare il volto, o il volto che tu hai sempre attribuito loro. Ti manca il fiato, ricordando loro, o illudendoti di come la tua vita sarebbe potuta essere con loro. Decidi che alzarti ti garantirà di sopravvivere per un altro po', e hai bisogno di portare il tuo corpo fino alla spossatezza estrema, in modo da crollare una volta per tutte ed espugnare con la forza la guardia di Morfeo alla sua terra. Ti senti come Belbo, il cui unico momento di gloria, l'unico istante di cui non si sarebbe mai dovuto vergognare, l'unica occasione in cui è riuscito ad avere la sua Cecilia, la sua Lorenza, il suo riscatto dai mille tormenti che l'hanno sempre seguito in tutta la sua esistenza personificate da pallide meretrici e pure vergini allo stesso tempo, l'unica salvezza da mille angoscie sia anche la scena che per sempre ha deciso di tacere e vivere nel suo perenne fallire. Tutto questo mentre getti via le calde coperte e ti rifugi in compagne ancora più calde, le tenebre della tua stanza. Per un attimo ti senti nient'altro che una falena bloccata nella tela del destino che ti sei costruito, o che hai accettato si costruisse intorno a te.
Per un attimo vedi davanti a te il signore dei sogni, con il suo mantello scuro, in cui tutto ciò che è stato immaginato traspare, e ti perdi, sempre per un attimo, in quei suoi occhi neri come il pozzo dell'oblio. Ti percorre un brivido, e gli chiedi perdono. Ma è solo un attimo.
Accendi il tuo computer e pensi che sfogarti con il mondo attraverso un word processor sia la cosa più naturale creata dal Demiurgo. E mentre milioni di impulsi vengono ragionati attraverso silicio e rame, pensi quanto tu possa essere diverso da quello che accade lì in basso, oltre il case. Nient'altro che impulsi. L'unica differenza tra il tuo cervello e la scheda madre, è che la seconda sa bene cosa fare. E soprattutto riesce a ragionare meglio di te. O se non altro, non farà mai risultare 5 la somma 2+2. O, per i puristi, 101 la somma tra 10 e 10. Percepisci la compassione del signore del sogno. O solo il suo biasimo.
La televisione, di là, non è più accesa.
L'unica cosa che senti attraverso il torpore che solo l'oscurità ti sa dare sono le canzoni dei Within Temptation attraverso il Winamp. La stupenda voce della cantante è come una nenia inquieta che ti sta chiamando. I fantasmi trovano il modo di sedurti con qualunque cosa, sia essa uno spot pubblicitario che una olandese dalle corde vocali che hai sempre immaginato sovrarreali. Un sogno appunto. Il signore dei sogni ride. Riesci a capirlo.
I fantasmi ti chiamano. Vorrebbero possederti, prendere parte all'esistenza attraverso di te. Ti illudono che l'uomo della sabbia ti abbia perdonato, che è pronto ad abbracciarti come un figliuol prodigo. Ormai hai imparato che i morti sono morti, ed è bene che stiano dove sono. Li scacci e ridono anch'essi. Riesci a capirli.
Il sistema operativo si avvia. Come se fossi in un mondo in cui esistete solo tu ed il tuo vecchio schermo LCD. Un inaspettato dualismo. Due esseri coscienti posti faccia a faccia. Per te è naturale essere cosciente. Un'atavica memoria cartesiana, ecco. Pensandoci bene, anche lui altri non è che l'essere più familiare con cui riconoscere l'altra coscienza che è lì in basso, un volto per l'ammasso silicico che riflette coscientemente in questa inedita realtà. Chiedi a lui conforto. Una volta scacciati i fantasmi, siamo rimasti io e te. E il signore dei sogni. Per un attimo ti guarda attraverso il monitor. Come se in realtà non ci siano tre entità, ma solo tu e lui.
Signore dei sogni, è con te che sto cercando sfogo?
Signore dei sogni, mi hai infine concesso di ricongiungermi a te? Sei tu che guidi le mie mani? E' dalla tua sabbia che sento sfiorarmi la carne?
Sto sognando?

martedì 4 dicembre 2007

Frutto del buio

Lei non c'è
ed il buio arriva,
io so che non tornerà.
Della magia tutto ciò che rimane
è un ricordo nel tempo che va.

Come un'alba la vita può
coprire ogni bugia,
verità nascoste tra le ombre,
sogni pieni di follia.
Presto sarà notte
nel buio che rimane.

Poi di colpo tutto è chiaro
e la luce ritorna da me.
Lei ha chiuso gli occhi,
ha chiamato il mio nome,
non è mai più tornata da me.

Frutto del buio
il tuo seme cresce
in un mondo di malinconia
quando la luce
esce fuori dal cuore

Lei non c'è
resta il buio dentro,
nulla cura il mio male.
L'alba è sparita
soffocata nel sogno
in un giorno che muore di già.

La speranza si spegne già,
l'alba della vita.
Di fronte alla morte
io sono rimasto solo.

Frutto del buio
il tuo seme cresce
in un mondo di malinconia
quando la luce
esce fuori dal cuore