sabato 31 maggio 2008

E pure è bello così...

- We, Nico... ci vediamo...
Non mi caga...
- Ciao Nico, ascoltami invece di prendere a cazzotti il palo della luce!
Niente...
- Nico, io sto andando...
Altri paccheri in barba al servizio di illuminazione pubblica...
- Nicola, ti sto salutando...
E che cazzo, manco si gira...
[gridando] - Nicò, mammt!
Si gira Ivo, incazzato...
- Ah, scusa Ivo.

sabato 17 maggio 2008

Scatola a forma di cuore

She eyes me like a pisces when I am weak
I've been locked inside your Heart Shaped box, for weeks
I've been drawn into your magnet tar pit trap
I wish I could eat your cancer when you turn black

Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
hey
wait
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice

...your advice

Meat-eating orchids forgive no one just yet
Cut myself on Angel Hair and baby's breath
Broken hymen of your highness I'm left black
Throw down your umbilical noose so I can climb right back

Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
...Your advice

*...e vai di chitarra... *

She eyes me like a pisces when I am weak
I've been locked inside your Heart-Shaped box for weeks
I've been drawn into your magnet tar pit trap
I wish I could Eat your cancer when you turn black

Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
hey!
wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Hey!
Wait!
I've got a new complaint
Forever in debt to your priceless advice
Your advice
Your advice
Your advice

giovedì 8 maggio 2008

Tormento

- "E' il 'tormento'. E' quello che porta tutte le anime tormentate verso di te."

Dapprima Morte. Un teschio fluttuante, estratto direttamente dall'Abisso, da cui convinse una tua precedente incarnazione a tirarlo fuori facendoti credere che sapesse cose di vitale importanza. E che ha continuato a seguire ogni tua incarnazione qualunque cosa essa facesse. Il senso di colpa per averti ingannato era il suo tormento, e ti ha seguito per espiare.
Poi Dak'kon, il Ghitzerai. Per cui tu, o una tua precedente incarnazione, diventasti colui che lo salvò dall'annichilimento dopo aver perso la fede - o tutta la sua volontà di strisciare fuori dal caos cosmico. Ma lo ingannasti, soltanto perché ti serviva. Gli desti ciò in cui credere. E lui continuò a seguirti nel tempo, nonostante tu fossi cambiato totalmente, divenuto un'altra persona. Semplicemente perché eri stato colui ad aver placato il suo "tormento". E paradossalmente questo divenne il suo tormento.
Annah. La thiefling, che rapidamente ha ceduto alle sue passioni. Ti seguiva perché attratta - in tutti i sensi - da te. A prescindere che tu ricambiassi o meno i suoi sentimenti, la sua anima si struggeva per te. E questo era il suo tormento.
E venne Ignus. Tu, in un altra vita, fosti il suo maestro. Gli insegnasti l'Arte, il Potere che lo carruppe fino in fondo. E ciò che lo consumò dal profondo. E ne causò il declino. E poi lo salvasti, salvasti il suo guscio incenerito da una bruciante follia, e che ti seguì perché tu eri il suo Maestro. Ti ricordasti di lui - povero supplicante al tuo cospetto perché gli permettersi di averti come Maestro - e lo trascinasti con te. Ma fu lui a seguirti, perché la sua follia era il suo tormento, e non poteva fare altro.
Incontrasti Far-from-Grace, la splendida succube. Per secoli schiava di demoni da lei dissimili e affrancatasi grazie alla sua oratoria. Lei ti seguiva perché eri interessante. Perché era suo volere conoscere le più emozionanti situazioni, e con te ne avrebbe trovate. Oh, se ne avrebbe! Diventasti parte del suo mondo, arrivando ad essere così importante da dare la vita per te. Ma il suo passato le pesava ancora, ed il suo nome diceva tutto. Seguirti era allontanarsi da quello che in realtà era. Dal suo tormento.
Per caso, ci fu Vhailor. L'impersonificazione della Legge. Ciò che non era giusto doveva essere punito, per lui. Fino a raggiungere il parossismo. Era il tuo più spietato inseguitore, e lo lasciasti - o per meglio dire, una tua incarnazione - lo lasciò in un luogo irraggiungibile ed inevadibile, ad aspettare il tuo ritorno, affinché potesse giudicare le tue azioni. E lo reincontrasti secoli dopo, il suo corpo consumato ma la sua anima forte come non mai, per giudicarti. Ma tu avevi dimenticato, e l'oblio della mente fu la tua espiazione. Ma lui decise di seguirti per portare la Legge dove meno ce ne fosse bisogno. Brutta cosa il parossismo. Ti seguiva comuqneu per giudicarti o per giudicare il mondo? Il giudizio era il suo tormento.
E, sempre per caso, incontrasti Nodrom. I Mordon sono esseri viventi derivati dalle macchine, una sorta di robot. Ma pur sempre esseri viventi. Ma pur sempre delle macchine, e la loro logica era schematica e macchinistica. Ma lui fu contaminato dal Caos, e divenne incompleto. O più "umano". Gli chiedesti di unirsi a te, per caso. Era esuberante e divertente, nonostante la sua logica - un tempo ineccepibile - fosse adesso deviata. Divenne un modo di riflettere sulla copntingenza, senza essere al contempo pesante. Ma era sempre incompleto, e si portò dietro questo tormento fino alla fine.
Ed il Nameless One. Eri senza nome, perché avere un nome significava essere. E tu eri quanto di più lontano ci fosse dall'essenza. Diviso a causa della tua immortalità, condannato alla dimenticanza del tuo passato a causa della morte che non potevi mai avere. Sei stato molte persone, dal carattere più dissimile. Paranoia, praticismo, bontà, neutralità. In ogni tua incarnazione eri differente eppure sempre lo stesso. E cercavi di scoprire perché tu fossi quello che sei, chi ti aveva privato della tua mortalità, come ti eri ingegnato per scoprire chi fossi, fin dove ti avessero condotto i sentieri di tutte le vite che avevi vissuto, perché la tua prima incarnazione avesse voluto divenire immortale. Vivevi la tua vita per scoprire quello che gli altri te stesso avevano fatto. Il tuo tormento era quello di capire come il tormento avesse condizionato tutto quello che eri stato, senza mai esserlo in prima persona. Il tuo tormento era capire cosa volevi da tutto ciò. Il tuo tormento era morire, per sempre.
Ognuno di questi porta il suo tormento: quello morale, che genera il senso di colpa; quello della volontà, che ci impone di capire; quello delle emozioni, che ci rende irrazionali; quello della follia, i cui semi sono in ognuno di noi; quello del rimpianto, che ci impone di dimenticare ciò che di sbagliato abbiamo fatto; quello della giustizia, che ci fa chiedere cosa sia davvero giusto, per noi o per gli altri; quello della diversità, che ci fa domandare quanto l'essere diverso dalla normalità sia un errore; e tutti questi tormenti hanno a che fare con te, e ne vengono riuniti dai tuoi. Perché il tormento chiama altro tormento.

lunedì 5 maggio 2008

Harvard by night

- Su, su Ics... Domani devi lavorare...
- Hic, no ma ti dicevo... questa per poco stavo a sposarla quando due minuti prima che potessi farle la proposta mi dice che ha una cotta per il mio migliore amico...
- Eh, succede... dai... dormi...
- Non ho sonno... Hic... potrò andare avanti fino a doma.. Zzzz...
Il russare di Ics fece sospirare Montgomery. Finalmente il bidello si era addormentato... era a questo che mirava quando l'aveva portato in quel pub e gli aveva offerto da bere. E finalmente poteva agire. Con una rapida occhiata al sudicio monolocale trovò le chiavi di Harvard, le mise in tasca ed uscì. Telefonò a Foscari - il suo affittuario/compagno d'avventura - e si diedero appuntameno dopo mezz'ora davanti il cancello della prestigiosa università.

La decappottabile frenò non molto distante dal parcheggio dell'università. Una figura vi si avvicinò.
- Finalmente - disse Foscari.
- Chi va piano va sano e va lontano - rispose Montgomery, saltando giù dalla decappottabile sul grigio asfalto. - Allora, dovremmo entrare... i custodi sono pochi e fanno giri larghi, sarà facile superarli.
- Non mi fido, meglio che entri utilizzando i miei poteri.
Montgomery riflettè. Come lui poteva piegare il tempo al suo volere (seppur in maniera limitata - ancora limitata -) Foscari aveva lo stesso talento per lo spazio. Avrebbe collegato il luogo di destinazione e quello di partenza per creare un passaggio. Un portale, come lo avrebbero chiamato i poveri mortali. O quello che era...
- Come vuoi. Mi raccomando, il tuo passamontagna... - Indossò il suo e sparì verso il cancello dell'università.
Scavalcarlo non fu un problema. Si recò attraversando il vasto giardino verso il dipartimento di medicina. Due guardie erano lì che parlavano. Attese pazientemente che si allontanassero per continuare il loro giro e corse verso la porta. Estrasse la chiave dal mazzo e la aprì, richiudendosela oltre le sue spalle, e si recò verso la scalinata dove Foscari avrebbe dovuto aprire il portale. Lo trovò già lì, lo squarcio dimensionale che pulsava.
- Alla buon ora... - sorrise Foscari.
- Silenzio ed andiamo - rispose Montgomery, un po' scocciato.

Cominciarono a salire lentamente le scale verso gli studi dei professori immersi nel silenzio del dipartimento deserto. Ad un tratto si sentì aprire la porta d'ingresso. I due si fermarono e cercarono un posto in cui acquattarsi. Montgomery si accovacciò nell'angolo, mentre Foscari si inguattò tra una macchinetta per il caffè ed una colonna, con espressione tra lo spaventato e lo stoccafisso. La guardia stava dando una rapida occhiata all'interno, Montgomery vedeva il circolo di luce emanato dalla torcia elettrica che indugiava su ogni centimetro del pavimento variopinto. La luce stava per toccare i piedi di Foscari, Montgomery estrasse la pistola con il silenziatore e si preparò a mirare. La guardia fermò la torcia a dieci centimetri dalla punta delle scarpe nere di Foscari. Si voltò alzando le spalle e uscì fuori da dove era venuta. Foscari tirò un sospiro di sollievo, Montgomery nascose la sua pistola. Fece segno a Foscari di raggiungerlo e si recarono verso lo studio. La porta era chiusa, se lo erano aspettati. Quello che non si aspettavano era trovare la chiave della stanza tra il mazzo che aveva preso ad Ics. Montgomery aprì rapidamente la porta ed entrarono, poi la richiuse dietro di sè.

Lo studio era in disordine, il tipico caos ordinato che caratterizzava gli scienzati, i giuristi ed i medici.
- Sarà una lunga ricerca - sospirò Foscari. Montgomery si era già avvicinato ad un archivio e stava per spulciarlo.
- Tu che sei un hacker patentato, occupati del computer - Montgomery indicò il terminale nell'angolo. Foscari gli si avvicinò e cominciò a cercare la password di accesso.

- Che razza di password... Cthulhuftagn... sembrano lettere messe a caso. - disse Foscari.
Montgomery non potè fare a meno di rabbrividire. Visioni aliene si accavallavano nella sua mente, ma riuscì a reprimerle e continuò a cercare.
- Ci siamo... una lista di tutti i volontari per gli esperimenti - Montgomery sollevò il fascicolo. - Hai avuto l'accesso ai dati?
- Ci sono riuscito proprio ora - sorrise Foscari. Si accigliò subito. - Abbiamo un problema... sono 500 giga di roba da spulciare... mi converrebbe fare un backup... avrei dovuto portare l'hard disk portatile... invece mi toccherà esaminare il disco cluster per cluster...
- Quanto ci vorrà? Non abbiamo tutta la notte. - Controllò l'orologio... le 3 e mezza.
- Temo molto, 500 giga sono tanti... almeno 4 o 5 ore.
- Non abbiamo tutto questo tempo, trova qualche altro metodo... tu dovevi occuparti della parte informatica, quindi vedi di sbrigarti - si irritò Montgomery.
Foscari prese il cellulare. Compose un numero.
- E ora che fai??! - si stupì Montgomery.
- Lascia fare, conosco qualcuno che potrebbe darci una mano.
Montgomery alzò le spalle, sospirò e continuò la sua ricerca.

- Ho trovato la lista degli studenti che si sono offerti come volontari. E qui c'è anche la struttura molecolare della droga. - disse soddisfatto Montgomery. Guardò l'ora. - Sono le 5 e 20... tra poco il posto si riempirà. A che punto sei?
- Quasi finito...
Alle 6 e 20, trionfante, Foscari si alzò dalla scrivania. Scollegò i cavi, ripose il suo computer e fu pronto a togliere le tende. - Si è fatto tardi, penso che i primi bidelli siano già in zona. Dobbiamo cercare un posto nascosto in cui nessuno possa vederci. - pensò un attimo. - Il bagno, se non sbaglio è qui vicino.
- Va bene, sbrighiamoci.

Cautamente entrarono nel bagno senza problemi e si nascosero in due gabinetti separati. Foscari cercò di riaprire il portale, con scarsi risultati, per almeno 20 minuti. Montgomery stava già dormendo quando un'inserviente entrò nel bagno. Il rumore dei suoi passi lo svegliò e gli fece prendere coscienza di quello che stava accadendo. Mentre la donna canticchiava qualche vecchia canzone popolare austriaca, Montgomery pensò al da farsi. E decise. Uscì dal bagno.
- Buongiorno - salutò allegramente, e si diresse verso un lavandino per lavarsi le mani.
La vecchia lo guardò esterefatto. - Lei! Che ci fa qui?!
- Sono uno studente, che diamine...
- A quest'ora gli studenti non hanno accesso alla facoltà...
- Ah... be', ecco... vede... ieri il Signor Ics ha dimenticato le chiavi della facoltànella mia macchina ed ero arrivato un po' prima per restituirgliele... Sa... non volevo che si sapesse in giro, povero Signor Ics.
- Ma le sembra il modo di fare?! - Rispose seccata la bidella - Vada a riportargli le chiavi, comunque - e sospirò.
Montgomery pensò a Foscari, ancora nel gabinetto, e cercò di escogitare un modo per allontanare la vecchiarda. - Ehm, vede, non so dove trovarlo e se magari lei potesse darmi qualche indicazione ne sarei... - La frase restò a metà, interrotta da un tonfo proveniente dal bagno dove si era nascosto Foscari.
- Ma che...?! - Si stupì la vecchia. - Cos'è stato?
- Magari un topo? - Provò Montgomery. La vecchia stava già aprendo la porta del gabinetto. Trovò Foscari aggrappato alla parete che cercava di issarsi oltre essa per introdursi nel gabinetto limitrofo. Naturalmente indossava ancora il passamontagna.
La vecchia emise un urlo, Montgomery si affrettò a chiudere dall'interno la porta del bagno.
- Signora, non è come sembra... - Cominciò Foscari.
- Al ladro!! Al ladro! - continuò a gridare la vecchia. Montgomery si pose davanti ad essa e cercò di tranquillizzarla.
- Signora, vede, stia calma, è tutto a posto...
- E cosa ci fa un uomo con il passamontagna nascosto nel bagno??!!!
- Ehm, vede... insomma... - Montgomery chiuse per un attimo gli occhi, esasperato e sospirò - vede... lui è il mio ragazzo. - disse l'ultima frase tutta d'un fiato. La vecchia lo guardò con occhi sgranati. Poi disse - Perché indossa il passamontagna?!
Montgomery sospirò di nuovo. - Ci eccita.
La vecchia li guardò inorriditi, immobile. I due pieni di vergogna uscirono dal bagno e ritornarono nel corridoio.

- Ics, hai dimenticato le chiavi in macchina mia. - Montgomery gli lanciò il mazzo di chiavi. Foscari, che era al suo fianco, seguì la parabola che la traiettoria descrisse fino a cadere in mano al bidello.
- Ah ecco dov'era... Ma io non le avevo portate con me... - Si stupì Ics.
- Bho, io le ho trovate in macchina.
- Be', grazie Monty...
In quell'istante la vecchia bidella incontrata nei bagni passò vicino loro, guardandoli obliqua. Montgomery e Foscari ricambiarono lo sguardo astioso, quello di Ics era solo interrogativo.
- Pervertiti! - Gridò la vecchia, e scappò via. Montgomery e Foscari sospirarono, all'unisono.