giovedì 8 maggio 2008

Tormento

- "E' il 'tormento'. E' quello che porta tutte le anime tormentate verso di te."

Dapprima Morte. Un teschio fluttuante, estratto direttamente dall'Abisso, da cui convinse una tua precedente incarnazione a tirarlo fuori facendoti credere che sapesse cose di vitale importanza. E che ha continuato a seguire ogni tua incarnazione qualunque cosa essa facesse. Il senso di colpa per averti ingannato era il suo tormento, e ti ha seguito per espiare.
Poi Dak'kon, il Ghitzerai. Per cui tu, o una tua precedente incarnazione, diventasti colui che lo salvò dall'annichilimento dopo aver perso la fede - o tutta la sua volontà di strisciare fuori dal caos cosmico. Ma lo ingannasti, soltanto perché ti serviva. Gli desti ciò in cui credere. E lui continuò a seguirti nel tempo, nonostante tu fossi cambiato totalmente, divenuto un'altra persona. Semplicemente perché eri stato colui ad aver placato il suo "tormento". E paradossalmente questo divenne il suo tormento.
Annah. La thiefling, che rapidamente ha ceduto alle sue passioni. Ti seguiva perché attratta - in tutti i sensi - da te. A prescindere che tu ricambiassi o meno i suoi sentimenti, la sua anima si struggeva per te. E questo era il suo tormento.
E venne Ignus. Tu, in un altra vita, fosti il suo maestro. Gli insegnasti l'Arte, il Potere che lo carruppe fino in fondo. E ciò che lo consumò dal profondo. E ne causò il declino. E poi lo salvasti, salvasti il suo guscio incenerito da una bruciante follia, e che ti seguì perché tu eri il suo Maestro. Ti ricordasti di lui - povero supplicante al tuo cospetto perché gli permettersi di averti come Maestro - e lo trascinasti con te. Ma fu lui a seguirti, perché la sua follia era il suo tormento, e non poteva fare altro.
Incontrasti Far-from-Grace, la splendida succube. Per secoli schiava di demoni da lei dissimili e affrancatasi grazie alla sua oratoria. Lei ti seguiva perché eri interessante. Perché era suo volere conoscere le più emozionanti situazioni, e con te ne avrebbe trovate. Oh, se ne avrebbe! Diventasti parte del suo mondo, arrivando ad essere così importante da dare la vita per te. Ma il suo passato le pesava ancora, ed il suo nome diceva tutto. Seguirti era allontanarsi da quello che in realtà era. Dal suo tormento.
Per caso, ci fu Vhailor. L'impersonificazione della Legge. Ciò che non era giusto doveva essere punito, per lui. Fino a raggiungere il parossismo. Era il tuo più spietato inseguitore, e lo lasciasti - o per meglio dire, una tua incarnazione - lo lasciò in un luogo irraggiungibile ed inevadibile, ad aspettare il tuo ritorno, affinché potesse giudicare le tue azioni. E lo reincontrasti secoli dopo, il suo corpo consumato ma la sua anima forte come non mai, per giudicarti. Ma tu avevi dimenticato, e l'oblio della mente fu la tua espiazione. Ma lui decise di seguirti per portare la Legge dove meno ce ne fosse bisogno. Brutta cosa il parossismo. Ti seguiva comuqneu per giudicarti o per giudicare il mondo? Il giudizio era il suo tormento.
E, sempre per caso, incontrasti Nodrom. I Mordon sono esseri viventi derivati dalle macchine, una sorta di robot. Ma pur sempre esseri viventi. Ma pur sempre delle macchine, e la loro logica era schematica e macchinistica. Ma lui fu contaminato dal Caos, e divenne incompleto. O più "umano". Gli chiedesti di unirsi a te, per caso. Era esuberante e divertente, nonostante la sua logica - un tempo ineccepibile - fosse adesso deviata. Divenne un modo di riflettere sulla copntingenza, senza essere al contempo pesante. Ma era sempre incompleto, e si portò dietro questo tormento fino alla fine.
Ed il Nameless One. Eri senza nome, perché avere un nome significava essere. E tu eri quanto di più lontano ci fosse dall'essenza. Diviso a causa della tua immortalità, condannato alla dimenticanza del tuo passato a causa della morte che non potevi mai avere. Sei stato molte persone, dal carattere più dissimile. Paranoia, praticismo, bontà, neutralità. In ogni tua incarnazione eri differente eppure sempre lo stesso. E cercavi di scoprire perché tu fossi quello che sei, chi ti aveva privato della tua mortalità, come ti eri ingegnato per scoprire chi fossi, fin dove ti avessero condotto i sentieri di tutte le vite che avevi vissuto, perché la tua prima incarnazione avesse voluto divenire immortale. Vivevi la tua vita per scoprire quello che gli altri te stesso avevano fatto. Il tuo tormento era quello di capire come il tormento avesse condizionato tutto quello che eri stato, senza mai esserlo in prima persona. Il tuo tormento era capire cosa volevi da tutto ciò. Il tuo tormento era morire, per sempre.
Ognuno di questi porta il suo tormento: quello morale, che genera il senso di colpa; quello della volontà, che ci impone di capire; quello delle emozioni, che ci rende irrazionali; quello della follia, i cui semi sono in ognuno di noi; quello del rimpianto, che ci impone di dimenticare ciò che di sbagliato abbiamo fatto; quello della giustizia, che ci fa chiedere cosa sia davvero giusto, per noi o per gli altri; quello della diversità, che ci fa domandare quanto l'essere diverso dalla normalità sia un errore; e tutti questi tormenti hanno a che fare con te, e ne vengono riuniti dai tuoi. Perché il tormento chiama altro tormento.

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Buzzz.
Si?
So Pagano, c sta Daniele?
No, non c'è.
E quando torna?
Provate lunedì.
Mannagg a mar...!

Gentilmente offerto dall'Accademia del Mobile di San Eustachio. Dove i sogni diventano (tristemente) realtà.... O.o

Grifoncuoco ha detto...

...interessante...interessante...quasi quasi gioco a PT...

Sephiroth ha detto...

Il commento del cpt. aima mi ha fatto capire che l'uomo esiste per dire strunzate.
E mannagg' a m@#0[[...

Anonimo ha detto...

Vorrei spezzare una fiocina in mio favore dicendo che la storiella me l'hai raccontata te. E che io ho apprezzato. Questo si. E... E....
...
saluti

Anonimo ha detto...

Francè staser puort i tarall.

(e s port a soret pur è buon.)

Sephiroth ha detto...

taralli nn ne ho..
a sorema te la scordi..
quello tra parentesi era troppo lungo per starci tutto...
che dire dotto', sconfitta su tutta la linea...

Anonimo ha detto...

u munn è n'fam.